Quando si parla di veganismo c’è sempre molta confusione, in particolare per i bambini. Ho deciso quindi di cercare di fare un po’ di chiarezza.
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo video. Io sono Giuliano Parpaglioni, Biologo Nutrizionista, e vi ricordo che potete trovare tutte le informazioni di contatto su www.nutrizionistabrescia.com, sia per i miei studi a Brescia e provincia, sia per il mio corso Alimentazione, dalla salute al dimagrimento. Aggiungo inoltre che ho cominciato a usare un po’ più costantemente i vari social, quindi Instagram, TikTok, Facebook, ma anche Telegram. Trovate tutti i link nel mio Linktree
Tempo fa ho pubblicato un paio di video sull’alimentazione vegetariana, uno che riguardava le linee generali e uno specifico per i benefici di questa alimentazione. Oggi voglio affrontare un tema molto difficile, soprattutto perché anche a livello di studi scientifici c’è molta confusione a riguardo. Può esistere uno svezzamento vegano? Si può fare in modo che il bambino superi questa fase delicata della sua vita senza l’uso dei prodotti animali?
Cos’è lo svezzamento
Prima di tutto, due parole sullo svezzamento. Appena nato, il bambino ha bisogno solo di una cosa: del latte materno. Se questo non è disponibile per qualsiasi motivo, ci si può rivolgere ai vari latti di formula, e questo vale fino a circa il sesto mese, più o meno: non è obbligatorio attendere fino al sesto mese, può cominciare anche al quarto, ma generalmente è da quel momento che il bambino ha necessità che il solo latte non riesce a soddisfare.
Dal sesto mese, gradualmente, il bambino smette di consumare il latte materno e comincia ad alimentarsi con i normali alimenti. La cosa principale da dire è che non c’è un vero e proprio timing da seguire: non è vero che va necessariamente aspettato un anno di età prima di inserire le uova o la frutta secca, ad esempio. Inoltre, è importante evitare il latte vaccino in caso non sia disponibile quello materno: i nutrienti di questo alimento non corrispondono alle necessità del bambino e potrebbe soffrire di malnutrizione: i vari tipi di latte dei mammiferi sono diversi tra loro, quindi il latte umano è diverso da quello vaccino. Per questo esistono i latti di formula.
Quanto dura e a cosa serve lo svezzamento
L’inserimento di nuovi alimenti generalmente dura circa sei mesi: dopo l’anno d’età non c’è più bisogno di allattare il bambino. Esistono comunque eccezioni, quindi non è obbligatorio smettere di colpo di farlo: dipende dal rapporto che c’è tra la mamma e il bambino stesso.
L’importante è che in questo periodo il bambino impari a conoscere sapori nuovi, preferibilmente sani: quindi meglio evitare aggiunte di sale o zucchero o miele. In questo modo, il bambino conoscerà il sapore degli alimenti e li cercherà anche quando crescerà, senza bisogno di aggiunte poco salutari.
L’obbiettivo finale dello svezzamento è quello di portare il bambino a mangiare gli stessi alimenti che mangerà nel resto della sua vita, seguendo il suo sviluppo, la dentizione e la coordinazione.
Si può fare uno svezzamento vegano?
Fatta questa premessa, parliamo dello svezzamento vegano. Esiste una cosa del genere? È fattibile?
A giudicare da numerose ricerche in merito, sembrerebbe di no. Esistono infatti molti studi che mostrano bambini allevati senza carne e pesce che hanno difficoltà a crescere, e talvolta capita di trovare notizie estremamente brutte sui giornali, in cui il bambino è stato ripreso per un pelo da una malnutrizione severa o non ce l’ha fatta. Eppure, io dico che si può fare.
Intendiamoci, non me lo sto inventando, e non voglio nemmeno andare contro agli studi scientifici, perché è bene tenerne conto. Solo che bisogna sapere cosa cercare.
Molto spesso, queste ricerche sono delle indagini sulla popolazione. Il lavoro dei ricercatori è mirare bene il bersaglio, in modo da avere il risultato più pulito possibile. Capita però che, per qualche motivo, non si vada solo a cercare tra le famiglie vegetariane o vegane, ma tra tutte quelle che si privano di carne e pesce: le igieniste, le crudiste, le macrobiotiche. Ricordo ancora di una notizia di qualche anno fa in cui una bambina morì a causa della dieta definita vegana dai giornali, a base di latte di soia e succo di mela. Ebbene, quella non era una dieta vegana, era una dieta scriteriata.
La dieta vegana deve essere ben pianificata, e soprattutto durante lo svezzamento l’alimentazione assume importanza capitale! Il bambino deve assumere tutto quello di cui ha bisogno, non deve essere privato di nulla, quindi se si vuole intraprendere uno svezzamento vegetariano o vegano, si deve essere estremamente attenti a pianificare con cura i pasti.
L’opinione delle organizzazioni scientifiche
A tal proposito voglio sottolineare che sia la Società Italiana di Nutrizione Umana, sia l’americana Academy of Nutrition and Dietetics, hanno sottolineato che una dieta vegetariana, o anche vegana, sia salutare in qualsiasi stadio della vita, dalla nascita alla vecchiaia, anche in caso di gravidanza e allattamento. Questo, a patto che la dieta sia correttamente bilanciata.
Entrambe le associazioni sottolineano che per le diete veg è importante avere tutti i nutrienti necessari, ed è quello che ho detto io poco fa: bisogna garantire al bambino l’assunzione di tutto quello che gli serve per la crescita. E questo può avvenire anche nel caso in cui non ci siano carne, formaggi o pesce nell’alimentazione quotidiana.
Lo svezzamento vegano in pratica
Da quanto detto, è ovvio che il primo consiglio che do a chi volesse approcciare uno svezzamento vegano è quello di rivolgersi a un nutrizionista preparato su questo. In ogni caso, ecco qualche suggerimento utile, per quanto possibile su un video online.
Lo svezzamento comincerà con alimenti liquidi o semiliquidi, a seconda della dentizione del bambino. Più o meno dall’ottavo mese probabilmente si potranno aggiungere alimenti dalla consistenza più solida e dall’anno di vita non dovrebbero esserci più problemi.
Vanno evitate le fibre quanto più possibile, perché l’intestino del bambino non è ancora in grado di gestirle adeguatamente e si rischia quella che viene chiamata stitichezza paradossa. Non c’è un ordine specifico obbligatorio, l’importante è inserire le cose gradualmente.
Suggerisco di cominciare con i cereali, magari quelli senza glutine come il riso o il mais, per poi inserire gli altri successivamente. Da questi possiamo preparare le pappe di base per gli omogeneizzati e le varie preparazioni. Non vanno consumati prodotti integrali per il contenuto di fibre, piuttosto si possono usare fiocchi, chicchi e farine arricchite con calcio e ferro.
Anche per i legumi il problema principale sono le fibre. Meglio cominciare a consumarli decorticati, oppure spellati manualmente. Se presi freschi o secchi, vanno messi in ammollo per 12 ore e poi cotti bene finché non diventano morbidi. Anche questi possono essere usati per fare creme, passandoli con un passino. Sono molto comodi anche prodotti come yogurt di soia e tofu, per la quota proteica tenendo basse le fibre.
La verdura, all’inizio, non va data, ma può essere usata per fare dei brodi da utilizzare anche come base per le pappe.
La frutta, che spesso è usata come primo alimento durante lo svezzamento, dovrebbe invece essere data solo dopo i cereali, i legumi e le verdure, per non abituare il bambino ai sapori dolci. In ogni caso, la vitamina C migliora l’assorbimento del ferro, quindi qualche goccia di limone nelle pappe è sempre consigliata.
Se ricordate dal video sull’alimentazione vegetariana, la frutta secca è importante. Ed è importante anche nei bambini, quindi andrebbe data senza remore anche durante lo svezzamento. Consiglio soprattutto di rivolgersi alle creme di nocciole, creme di mandorle, alla tahin di sesamo o simili, per evitare frammenti piccoli o per aiutare il bambino che magari non ha ancora tutti i denti.
La buona notizia è che durante lo svezzamento i grassi non vanno limitati, e questa cosa dura fino almeno ai due anni d’età, quindi possiamo usare olio extravergine d’oliva senza problemi. Consiglio di usare anche quello di lino, per avere una fonte di omega-3 sicura.
Ovviamente, senza carne e pesce c’è bisogno di integrare la vitamina B12. Esistono preparati in gocce ideali per poter dare la giusta quantità al bambino, semplicemente mettendole nelle pappe. Altra vitamina importante, magari da monitorare con il pediatra, è la vitamina D, e potrebbe esserci bisogno di integrare anche quella.
Conclusioni
Per maggiori informazioni, consiglio di leggere il libro Il Piatto Veg Mamy, che descrive in maniera divulgativa le linee guida ufficiali italiane per un’alimentazione vegetariana e vegana per le donne in gravidanza, in allattamento e per i bambini fino a un anno d’età.
Bene, questo è tutto. Se avete dubbi o domande scrivete pure qui sotto, sono contento di rispondere, e se volete un appuntamento con me, consultate il mio sito per i contatti degli studi. Io sono Giuliano Parpaglioni, se vi piacciono i miei video iscrivetevi al canale, noi ci vediamo la prossima volta. Un saluto a tutti!