Scommetto che più di qualcuno di voi che seguite il mio canale si è chiesto se sia possibile farsi una dieta con l’intelligenza artificiale, e magari ci ha anche provato. Vediamolo insieme!
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo video. Io sono Giuliano Parpaglioni, Biologo Nutrizionista, e vi ricordo che potete prenotare una visita andando su www.nutrizionistabrescia.com e trovando lì tutti i contatti utili. Sul mio sito trovate anche il link per acquistare il mio corso online Alimentazione, dalla salute al dimagrimento. Aggiungo inoltre che potete trovarmi su vari social e su Telegram, se volete seguirmi potete sfruttare il mio Linktree.
Da qualche tempo si parla parecchio dell’intelligenza artificiale, soprattutto la forma più conosciuta di questa tecnologia è il Large Language Model, ovvero una specie di chat in cui possiamo dialogare, con un linguaggio naturale, in modo da avere le informazioni e i testi che desideriamo. Per inciso, non sono un esperto, quindi se parlo di tecnologie informatiche con errori o imprecisioni, perdonatemi.
Dall’idea tutto sommato superficiale che me ne sono fatto, queste chat danno grandi risultati in contesti tipo fare riassunti o traduzioni, sono un po’ più scarsi quando si parla di attualità perché non sempre il loro sistema permette di trovare informazioni aggiornate in tempo reale. A un certo punto, ho avuto voglia di testare queste tecnologie per il mio lavoro: come si comporta una intelligenza artificiale se gli chiedo di elaborare una dieta?
Studi sulle diete con intelligenza artificiale
Ovviamente, non sono stato l’unico a farsi una domanda del genere, quindi sono andato a vedere cosa dice la ricerca scientifica. Sono rimasto sorpreso nel constatare che su pubmed esistono già parecchi studi su questo argomento, anche se l’idea ha preso piede da relativamente poco tempo. Il fatto che la ricerca su questo campo sia all’inizio significa una cosa importante: nessuna delle conclusioni a cui si arriva è definitiva.
La prima ricerca che voglio citare riguarda l’intestino irritabile. Nello studio si usa una intelligenza artificiale studiata appositamente per questo scopo, non una chat generica come può essere Gemini di Google o ChatGPT. I ricercatori hanno testato su un piccolo gruppo di persone, 25 persone per l’esattezza, due diete, una standard relativa all’intestino irritabile e l’altra generata con un algoritmo specifico dato in pasto a una intelligenza artificiale, pensato per migliorare il microbioma.
I risultati sono stati molto buoni: entrambi gli approcci hanno migliorato la sintomatologia ma la dieta elaborata dal computer ha avuto risultati significativamente migliori. Dato l’esiguo numero di partecipanti allo studio, però, ovviamente la cosa va approfondita.
Il secondo studio che voglio citare è addirittura una revisione sistematica, ovvero un riassunto di quello che è la conoscenza attuale della ricerca su questo argomento fatto con criteri matematici e precisi. In questo studio i ricercatori concludono che le intelligenze artificiali possono migliorare il solo livello di attività fisica, ma non ci sono risultati definitivi sul miglioramento di dieta, attività fisica e perdita di peso complessivi. Come ho detto, la ricerca è ancora piuttosto acerba, ed è normale che i risultati siano incerti.
L’ultimo studio che voglio descrivere riguarda le allergie. Questo studio è specificamente fatto con ChatGPT, i ricercatori hanno dato in pasto all’intelligenza artificiale 56 ipotetici casi di allergie agli alimenti, chiedendole di elaborare una dieta specifica per ciascuno di essi. I ricercatori hanno trovato che sebbene gli elaborati fossero mediamente molto buoni, talvolta potevano risultare dannosi perché contenevano gli allergeni che avrebbero dovuto essere scartati. Altre imprecisioni sono sorte sulle quantità e il contenuto calorico delle diete.
Il mio esperimento con l’intelligenza artificiale
Visti questi risultati, ho voluto provare anche io a far fare una dieta a una intelligenza artificiale. Ho usato quella integrata nel mio browser, semplicemente per comodità.
La prima cosa che le ho chiesto è stata “mi fai una dieta da 1500 kcal per un diabetico di tipo 2, iperteso e obeso?” La richiesta è abbastanza banale per un nutrizionista, casi di questo tipo sono all’ordine del giorno. L’intelligenza artificiale mi elabora dunque il menù corrispondente. Non lo leggo tutto, mi limito a sottolineare alcune cose.
L’elaborazione della dieta con l’intelligenza artificiale
Prima di tutto, le quantità sono abbastanza vaghe: una fetta di pane integrale, una tazza di latte scremato, una manciata di mandorle, una patata al forno. Se io volessi seguire una dieta del genere, mi chiederei quanto è grande la tazza che ha usato o quanto pesasse la patata che ha messo nel forno. Così cerco di migliorare la situazione. Andando un po’ ad approfondire il discorso, ho capito che le domande devono essere precise e che bisogna dare il tempo all’IA di ragionare.
Così faccio un’ulteriore domanda: per favore, ricostruiscimi la dieta richiesta prima, se vuoi anche un menù leggermente diverso. Questa volta però vorrei che tu indicassi le quantità di tutti gli ingredienti. Prima di tutto, comincia con lo spiegarmi le fasi del processo che seguirai.
L’ultima frase l’ho aggiunta proprio per dare all’intelligenza artificiale la possibilità di ragionare prima di agire.
Il risultato è stato questo. L’elenco dei passaggi logici che ha seguito è convincente: prima valuta le condizioni fisiche, poi calcola le quantità degli alimenti sulla base delle 1500 kcal richieste, poi le distribuisce nei pasti, seleziona gli alimenti e mette tutto insieme in un menù. Ottimo, è più o meno la stessa cosa che faccio anche io.
Il risultato è sostanzialmente la stessa dieta, questa volta però ogni alimento ha le sue quantità.
Verifica della dieta
A questo punto apro il mio software e inserisco il suo menù, per verificare le dosi. Ed ecco la sorpresa: io ho chiesto una dieta da 1500 kcal, l’intelligenza artificiale ha dichiarato la dieta da 1500 kcal ma andando a fare i conti risultano poco più di 1100 kcal! Ho già spiegato più volte l’importanza del non mangiare troppo poco: seguendo questo menù si rischia di andare proprio in quella direzione!
Nulla da dire sulla scelta degli alimenti, che sono comunque ottimi e ci si può imbastire una serie di menù con sostituzioni abbastanza decenti, ma la quantità non torna.
Cosa è successo?
Evidentemente, l’intelligenza artificiale usa fonti diverse da quelle che io ho come base di lavoro. Così, decido di chiedere: quali sono le tue fonti? Dove hai trovato le quote caloriche degli alimenti usati?
La risposta della IA è dettagliata, ma c’è un punto che voglio sottolineare: mi diche le quantità degli alimenti e le quote caloriche sono state stimate in base a dati nutrizionali mediamente accettati per gli alimenti comuni. Ovvero: non ha una fonte precisa per quei dati, piuttosto nel suo addestramento è incappata in diverse fonti che ha usato per fornirmi la sua soluzione, fonti che non sono riconducibili a niente di preciso. Dopo, infatti, dice di aver usato le tabelle USDA, ma aggiunge anche “altre fonti attendibili”. Solo che non me le mostra.
Le chiedo se è in grado di consultare altre fonti oltre a USDA e lei mi dà un elenco di siti: alcuni hanno nomi affidabili come AlimentiNUTrizione e CREA, che sono poi la stessa cosa, perché il primo è gestito dal secondo, ma abbiamo anche MyPersonalTrainer, che per quanto faccia un’opera meritoria di divulgazione non può essere preso come punto di riferimento ufficiale per costruire una dieta su un paziente patologico. Con l’ultimo link confonde un istituto scolastico con un centro di ricerca in seno all’università di Firenze.
Inoltre, nessuno dei link forniti porta da qualche parte. L’intelligenza artificiale fornisce dei link specifici alle tabelle nutrizionali poggiate sui siti citati… che non esistono. Il responso è sempre Errore 404 File Not Found, anche per AlimentiNUTrizione e CREA.
Faccio un ultimo tentativo e chiedo esplicitamente “potresti calcolare le calorie dell’ultimo menù che mi hai fornito prima usando le tabelle nutrizionali di AlimentiNUTrizione?” La risposta è laconica: non lo può fare. Come detto, le info si basano sull’insieme dei dati con cui si è addestrata e non può andare a selezionare una fonte singola.
Conclusioni
La conclusione di tutto il discorso è quindi che il mio piccolo esperimento è in linea con quanto trovato dalla ricerca: l’intelligenza artificiale potrà essere un valido strumento in futuro, col miglioramento della tecnica e costruendo strumenti specifici per questo scopo, ma non può essere usata ora per costruirsi una dieta, perché si rischia di non avere quello che si chiede e di non accorgersene.
Io sono riuscito a trovare le magagne del sistema perché conosco la scienza dell’alimentazione, ma un ingegnere, un’avvocata o un’altra persona non del campo potrebbe non accorgersi degli errori e creare problemi.
Per fortuna, le intelligenze artificiali sono addestrate per avvisare chi le usa di rivolgersi a professionisti per i loro problemi di salute, almeno possono mettere la pulce nell’orecchio all’utente e fargli venire qualche scrupolo.
Bene, questo è tutto. Se avete dubbi o domande scrivete pure qui sotto, sono contento di rispondere, e se volete un appuntamento con me, consultate il mio sito per i contatti degli studi. Io sono Giuliano Parpaglioni, se vi piacciono i miei video iscrivetevi al canale, noi ci vediamo la prossima volta. Un saluto a tutti!