Continuiamo il nostro viaggio nelle linee guida per una sana alimentazione stilate nel 2018, oggi vediamo l’importanza di variare l’alimentazione.
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo video. Io sono Giuliano Parpaglioni, Biologo Nutrizionista, e vi ricordo che, per prenotare una visita, trovate tutti i contatti su www.nutrizionistabrescia.com. Sul mio sito trovate anche il mio corso online Alimentazione, dalla salute al dimagrimento. Aggiungo inoltre che potete trovarmi su vari social e su Telegram, se volete seguirmi potete sfruttare il mio Linktree.
Nono capitolo delle linee guida per una sana alimentazione italiane, da qui si passa alla terza parte del documento, dove si parla di consigli validi per mantenere una buona salute. Questo capitolo, in particolare, si incentra sulla variabilità della dieta.
Cosa si intende per “variare”
L’alimentazione non può essere monotona. Gli alimenti sono tantissimi, e ognuno ha le sue peculiarità: non esiste un alimento che da solo riesca a darci tutto quello che ci serve. Inoltre, è anche importante considerare non solo il cibo di per sé, ma anche l’interazione di questo con i livelli di cultura di una persona, con la sua fisiologia e con eventuali patologie presenti. Fondamentalmente, è importante alimentarsi, non tanto nutrirsi. La differenza è sostanziale: nutrirsi indica il soddisfacimento dei bisogni corporali.
Alla fine, al corpo non interessa nulla se assumiamo proteine in polvere o con un qualche tipo di alimento, basta che abbia il suo apporto proteico quotidiano. Alimentarsi invece, aggiunge ai bisogni fisiologici anche quelli sociali, culturali, etici che ciascuna persona esprime nel modo di mangiare.
Variare la dieta raggiunge due scopi importanti: il primo è evitare la noia, la monotonia, cercando quindi di alimentarsi più che semplicemente nutrirsi; il secondo invece riguarda la possibilità di migliorare l’alimentazione in più di un modo: una dieta varia mi permette sia di assumere nutrienti diversi e giovare quindi di vantaggi diversi, sia di evitare di accumulare eventuali sostanze dannose per ripetute assunzioni.
Una nota importante, è quella di cercare di variare soprattutto gli alimenti a bassa energia, ovvero quelli poveri di calorie. Il rischio, altrimenti, è quello di esagerare nel mangiare troppi cibi caloricamente densi.
Gli alimenti e i gruppi alimentari
Per favorire il variare dell’alimentazione, le linee guida raggruppano gli alimenti in cinque gruppi, per poter distinguere facilmente quelli paragonabili tra loro. I cinque gruppi sono:
- Cereali (e derivati) e tuberi
- Frutta e verdura
- Carne, pesce, uova e legumi
- Latte (e derivati)
- Grassi da condimento
Oltre a questi abbiamo anche i semi e la frutta secca, che sono abbastanza diversi dal resto. Tutte le indicazioni di consumo, ovviamente, sono state già ben spiegate negli altri capitoli delle linee guida: ad esempio è ovvio che si consigli un consumo di cereali integrali piuttosto che di prodotti lavorati come i crackers, anche se si trovano nello stesso gruppo.
Nei cereali e tuberi troviamo appunto gli alimenti più comuni come pasta e pane, riso, ma anche altri cereali come mais, avena, orzo e via dicendo, ma anche tutti i prodotti lavorati come biscotti, crackers, grissini, fette biscottate e così via. Nello stesso gruppo ci sono anche le patate e in generale i tuberi, perché sono piante molto amidacee. In linea molto generale, possono essere considerati fonti di carboidrati complessi e fibre, e una discreta fonte proteica, di vitamine del gruppo B e magnesio.
Il gruppo di frutta e verdura comprende, ovviamente, tutta la frutta fresca e quella confezionata e tutti i tipi di verdure compresi i legumi che si consumano con tutto il baccello come i fagiolini. Apportano molti minerali, vitamine, fibre e sostanze bioattive, e possono essere consumate non solo ai pasti principali ma anche durante la prima colazione e gli spuntini.
Il gruppo carne, pesce, uova e legumi include tutti i tipi di carne e pesce, con qualsiasi tipo di conservazione, le uova e anche i legumi mangiati come semi come i fagioli o i ceci. I prodotti animali apportano molte proteine e la vitamina B12, non presente nei prodotti vegetali, ma possono avere anche un alto contenuto di grassi. Le carni rosse e lavorate, poi, ricordo che sono considerate poco salutari, quindi è meglio consumarle il meno possibile. Le uova andrebbero consumate dalle due alle quattro volte a settimana, ma il motivo è nel titolo di questo capitolo: varietà. Non c’è problema a mangiarle spesso, semplicemente è meglio mangiare anche altro. I legumi contengono amido e fibre, e sono una buona fonte proteica, e personalmente spingo per il consumo di questi ultimi.
Il gruppo latte e derivati, come dice il nome, comprende tutti i latticini. Sono più o meno ricchi di grassi, a seconda del tipo di prodotto, e anche di sale. Sono una buona fonte di minerali come calcio e fosforo, ma vanno mangiati con parsimonia proprio per i grassi e il sale che ho appena detto.
Il gruppo grassi da condimento comprende gli oli, il burro, lo strutto, la panna, il lardo e i prodotti vegetali come la margarina e la panna vegetale. Il consumo deve essere moderato e dovrebbero essere preferiti quelli di origine vegetale, in particolare l’olio extravergine di oliva.
Conclusioni
Nel file delle linee guida sono presenti anche numerose tabelle che riguardano le porzioni consigliate di ciascun tipo di alimento, in modo da rendere più semplice il capire quali siano i modi migliori per consumarli.
Bene, questo è tutto. Se avete dubbi o domande scrivete pure qui sotto, sono contento di rispondere, e se volete un appuntamento con me, consultate il mio sito per i contatti degli studi. Io sono Giuliano Parpaglioni, se vi piacciono i miei video iscrivetevi al canale, noi ci vediamo la prossima volta. Un saluto a tutti!