Il digiuno sta spopolando, ormai chiunque ne ha almeno sentito parlare, vediamo quindi di cosa si tratta e come approcciarlo.
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo video. Io sono Giuliano Parpaglioni, Biologo Nutrizionista, e come sempre vi ricordo che per visite dal vivo io ricevo a Brescia, a Toscolano Maderno e a Leno, che ho creato una mia accademia chiamata Alimentazione, dalla salute al dimagrimento, in cui mostro la logica che c’è dietro le diete e che potrà aiutare anche a perdere qualche chilo, e che sul mio sito www.nutrizionistabrescia.com potete trovare tutti i miei contatti e le informazioni.
Da un po’ di tempo, il digiuno sta diventando un argomento di cui si parla sempre più spesso. Personalmente, girando nei social trovo quasi quotidianamente guide o domande a riguardo, credo quindi che sia giusto affrontare l’argomento insieme.
Recentemente, il Ministero della Salute ha pubblicato un pdf riguardante efficacia e sicurezza del digiuno, il mio commento si baserà quindi su questo documento, oltre che ovviamente sulla mia esperienza.
Cosa si intende per digiuno
Il Ministero individua tre macro-gruppi di digiuno. Il primo è il digiuno intermittente, in cui si fa alternare un certo periodo di digiuno a un periodo di alimentazione senza limiti. Questi intervalli possono essere vari: si va dalla divisione della giornata, ad esempio 16 ore di digiuno e 8 ore di alimentazione, fino al giorno intero, o due giorni, di digiuno per alimentarsi nel resto della settimana. Il secondo macro-gruppo viene chiamato digiuno modificato, ovvero prevedere dei giorni in cui si mangia solo il 20-25% del fabbisogno energetico, per poi non limitare gli altri giorni. L’ultimo macro-gruppo riguarda invece i digiuni religiosi, come il Ramadam, in cui è impedita l’assunzione di qualsiasi cibo o bevanda dall’alba al tramonto.
Gli effetti del digiuno
Sempre facendo riferimento al documento del Ministero, scopriamo che negli ultimi anni il digiuno è stato protagonista di diversi studi, ma allo stesso tempo molti di questi hanno avuto problemi metodologici. Inoltre, pur essendo un argomento molto di moda, l’attenzione della ricerca non è così alta da darci risultati definitivi.
Quel che si sa è che in molti studi viene evidenziato un effetto positivo di questo approccio alimentare: le persone che hanno seguito negli studi un digiuno di un qualche tipo hanno miglioramenti sia sul peso, sia sui valori ematici misurati tramite varie analisi del sangue. Il fatto è che questi risultati sono gli stessi che si ottengono con una dieta ipocalorica classica. Sostanzialmente, quindi, non c’è alcun vantaggio, se non nell’eventuale comodità di chi lo segue, nel fare un digiuno piuttosto che una dieta classica.
Il mio punto di vista
Chiunque mi conosca, sa che ho sempre detto che il digiuno, per me, è un ottimo modo per allenarsi ad avere fame. La pratica del digiuno, che sia intermittente o per giorni continui, mi ha sempre fatto un effetto abbastanza negativo, soprattutto perché è una condotta alimentare talmente banale che può essere intrapresa da chiunque senza alcun controllo.
Come abbiamo già detto in qualche video passato, la chiave per un dimagrimento efficace è il non mangiare mai troppo poco: bisogna rispettare un minimo, che dipende dalla nostra struttura corporea, questo minimo è chiamato metabolismo basale. Se mangiamo meno del metabolismo basale, questo si abbassa, perdiamo muscolatura e addirittura rendiamo più facile l’aumento di peso.
Con un digiuno si dovrebbe avere una finestra di tempo in cui non si mangia, o comunque si mangia poco, e un altro periodo in cui si mangia senza limiti. Questa condotta, se non è organizzata bene, potrebbe portare facilmente a mangiare troppo poco durante la settimana, vanificando gli sforzi, un po’ come quando le persone tentano di dimagrire in autonomia togliendo alimenti un po’ a caso, per sentito dire.
Bisogna quindi fare attenzione, nel momento in cui si torna a mangiare, di assumere la giusta quantità di proteine e di calorie, in modo da non affaticare troppo il fisico, abbassando il metabolismo e danneggiando i muscoli.
Il digiuno non è facile
A mio parere, il digiuno intermittente conviene solo a una stretta cerchia di persone che, per un motivo o per l’altro, hanno difficoltà a fare i tre pasti principali, che quindi magari saltano la colazione o la cena. Bisogna però, in questi casi, fare in modo che negli altri pasti si mangi molto più di quanto si dovrebbe fare con una dieta qualsiasi, per i motivi descritti prima.
I digiuni che durano uno o due giorni sono ancora più rischiosi da questo punto di vista: se devo assumere almeno 1500 kcal al giorno, ovvero 10500 kcal alla settimana, e per due giorni non mangio, significa che nei cinque in cui mangio dovrei assumerne circa 2100. Questo si traduce in un aumento di cibo nel singolo pasto che non tutti sono disposti ad affrontare.
Ecco, secondo me, il digiuno sembra una soluzione facile e alla portata di tutti, ma nasconde difficoltà che non tutti si accorgono di vivere. Una dieta ipocalorica classica, invece, se da una parte raggiunge gli stessi obbiettivi del digiuno, dall’altra insegna un metodo di alimentazione sano e senza fatica, che può essere replicato all’infinito.
Conclusioni
Bene, questo è tutto. Se avete dubbi o domande scrivete pure qui sotto, sono contento di rispondere. Prima di salutarvi, vi avviso che questo sarà il mio ultimo video fino a settembre, mi prendo un po’ di vacanza. Io sono Giuliano Parpaglioni, se vi piacciono i miei video iscrivetevi al canale, noi ci vediamo la prossima volta. Un saluto a tutti!