I dolcificanti sono molti e ciascuno con le proprie peculiarità. Come possiamo scegliere tra zucchero bianco, zucchero di canna, miele o altro? Vediamolo insieme!
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo video. Io sono Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, e come sempre vi ricordo che per visite dal vivo io ricevo a Brescia, a Toscolano Maderno e a Leno, che finché durerà l’emergenza Covid faccio anche visite online e che sul mio sito www.nutrizionistabrescia.com potete trovare tutti i miei contatti.
Prima di tutto, vi avviso che questo sarà l’ultimo video fino a settembre, il canale andrà in pausa estiva. Probabilmente pubblicherò qualcosa sul mio secondo canale, che si chiama Oltre la Nutrizione, su cui ho in mente di portare avanti qualche progetto diverso, ma su questo canale torneremo a parlare di alimentazione dopo il mese di agosto.
Veniamo all’argomento di oggi. Esistono molti tipi di dolcificanti diversi, accompagnati a volte da aure di sacralità o, al contrario, dalla fama di essere veri e propri veleni. Con questo video cercherò di fare un minimo di chiarezza, in modo da fugare tutti i dubbi.
Vari tipi di zuccheri
La prima cosa che vediamo è lo zucchero. Può venire dalla canna da zucchero o dalla barbabietola, ne esistono diversi tipi ma i fondamentali sono lo zucchero bianco, lo zucchero di canna e lo zucchero integrale. A seconda del tipo, e anche del sottotipo, cambiano le colorazioni e la consistenza, ogni variante ha quindi il suo sapore particolare. Lasciatemi dire una cosa importante da subito: la scelta del tipo di zucchero da utilizzare per dolcificare i nostri caffè deve risiedere solo sul sapore. Scegliete quello che vi piace di più senza farvi altri tipi di calcoli o problemi, perché fondamentalmente questi zuccheri sono tutti uguali.
Il colore chiaro o scuro dipende dalla quantità di melassa contenuta in esso ed effettivamente esiste una piccola differenza sia in calorie, e quindi nella quantità di zucchero vero e proprio, sia nella quantità di minerali e vitamine contenuti nei vari tipi, ma queste differenze sono rilevanti se parliamo di quantità dell’ordine degli etti, non del cucchiaino!
Facciamo un esempio concreto.
Lo zucchero integrale sembra essere la scelta più salutare: a parità di peso contiene un po’ meno saccarosio rispetto allo zucchero bianco, quindi apporta meno calorie, ed è più ricco di minerali e vitamine. Fin quando guardiamo i due prodotti sulle tabelle nutrizionali non c’è storia, ma dobbiamo anche considerare il consumo che si fa dei due. Lo zucchero bianco ha più saccarosio, quindi dolcifica di più, per avere lo stesso sapore dolce dovremmo usare più zucchero integrale.
Pensiamo poi ai minerali e alle vitamine. Il consumo di zucchero è misurato in cucchiaini, e a quelle quantità, qualsiasi contenuto di magnesio, potassio o altri minerali o vitamine è del tutto irrilevante dal punto di vista funzionale. Avere 3 mg di potassio o averne 0 come nello zucchero bianco, non cambia assolutamente nulla, dato che il fabbisogno quotidiano è più di mille volte più alto.
Quindi, ribadisco, la scelta del tipo di zucchero da consumare deve essere esclusivamente fatta sul sapore che si preferisce, non ha senso considerare altri parametri, e non ha senso considerare uno zucchero più salutare dell’altro.
Il miele, un altro tipo di zucchero
Allo stesso modo, conviene considerare il miele come uno zucchero qualsiasi. Il miele ha circa un 20% di acqua al suo interno, è quindi – a parità di peso – un po’ meno calorico rispetto agli zuccheri solidi. Viene pubblicizzato come toccasana per la salute, secondo molti avrebbe proprietà curative speciali perché, si sa, è un prodotto delle api e le api sono insetti benevoli. Ebbene, il miele non è altro che acqua e zucchero. Abbiamo un po’ di minerali, un po’ di vitamine, ma ci troviamo nelle stesse condizioni dello zucchero integrale: totalmente irrilevanti a meno che non se ne consumi un etto o più, cosa che normalmente non si fa.
Consumate il miele se vi piace, consumatelo se considerate l’idea di dolcificare il tè con lo zucchero bianco un sacrilegio gustativo, ma non consumatelo per avere chissà quale beneficio sulla salute: è zucchero, nient’altro.
Lo stesso discorso vale per qualsiasi sciroppo, ovviamente. Scegliete il prodotto in base al sapore, consumatelo con moderazione e non avrete alcun problema.
I dolcificanti artificiali
Infine, abbiamo tutto un dedalo di dolcificanti artificiali. Il primo che mi viene in mente è l’aspartame, accusato di essere velenoso, cancerogeno, intossicante… non c’è niente di vero, ovviamente. Per diventare dannoso dovremmo bene l’equivalente di almeno 36 lattine di bibita dolcificata al giorno per tutta la vita, cosa che ovviamente non accade mai. L’unico caso in cui l’aspartame è dannoso è se si è malati di fenilchetonuria, una malattia metabolica.
Altri dolcificanti artificiali possono lasciare un retrogusto dolciastro in bocca, che può risultare per alcuni poco piacevole. Il rischio generale di questi prodotti riguarda la flora intestinale: in soggetti sensibili possono alterarla e causare problemi di gonfiore o fastidi vari.
Esiste la stevia, che è uno zucchero derivato da una pianta. Non è un dolcificante artificiale, si tratta di un vero e proprio zucchero che non viene assorbito dall’intestino, quindi dolcifica senza cedere calorie al corpo. Anche qui, il problema generalmente riguarda il retrogusto, che nella maggior parte di prodotti sa un po’ di liquirizia, e eventuali problemi intestinali.
Conclusioni
Il modo migliore per gestire gli zuccheri a tavola è consumarli in quantità ridotte. Qualsiasi prodotto andiamo a usare, che sia artificiale o naturale, ha controindicazioni legate alla quantità e nessuno di essi può essere considerato accettabile per chiunque. Il mio consiglio, quindi, è imparare a conoscere i sapori dei vari alimenti senza fare affidamento ai vari tipi di dolcificante, e usarli in maniera moderata.
Bene, questo è tutto. Se avete dubbi o domande scrivetemi qui sotto, sono contento di chiarire eventuali curiosità. Io sono Giuliano Parpaglioni, se vi piacciono i miei video iscrivetevi al canale, noi ci vediamo a settembre. Un saluto a tutti!
Le chiedo perdono, sono un diabetico tipo 2 e cerco sempre di dolcificare le mie bevande con qualcosa che non mi faccia male.
Ho letto infinite fonti di informazione riguardo gli effetti della stevia e, mi perdoni, non c’è affatto scritto che da problemi intestinali, forse la base su cui viene diluita (tagliata) di solito eritritolo (che dicono abbia un gusto di liquerizia).
Io sinceramente ho acquistato molte marche di dolcificanti alla stevia, molti dei quali sgradevoli al gusto, e neppure i truvia mi hanno soddisfatto, l’unico per me ora introvabile è stata un soluzione acquosa di stevia stabilizzata con tracce acido citrico da limone ed aromi del limone naturale.
Sono molto sensibile a problemi gastrici, se come lei dice, creano problemi intestinali divrei smetterki di usarli. Mi può aiutare a capire in quali quantità la stevia può creare problemi? (considerando un consumo massimo al giorno di 10gr, non tutto stevia ovviamente), ho anche provato a far crescere qualche piantina che dopo qualche mese ha dato delle foglie ottime, seccate, da usare direttamente, previo leggero lavaggio, come dilcificante. Grazie ed ancora pace a lei ed alla sua famiglia.
è difficile rispondere perché i problemi sono estremamente soggettivi e non è affatto detto che si presentino. Al momento si sa che la stevia può alterare la flora intestinale anche a basse dosi (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30721958/; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31159256/) ma anche questo non è detto che causi problemi.
Il mio suggerimento è quello di non aggiungere, se non saltuariamente (ovvero una o due volte a settimana) dolcificanti a nulla, in modo da minimizzare il rischio di eventuali problemi.