Quando andate da un nutrizionista, potete ricevere uno schema dietetico con un menù unico con le sostituzioni, oppure uno con più giorni da seguire. Vediamo insieme le varie possibilità.
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo video. Io sono Giuliano Parpaglioni, Biologo Nutrizionista, e vi ricordo che potete prenotare una visita andando su www.nutrizionistabrescia.com e trovando lì tutti i contatti utili. Sul mio sito trovate anche il link per acquistare il mio corso online Alimentazione, dalla salute al dimagrimento. Aggiungo inoltre che potete trovarmi su vari social e su Telegram, se volete seguirmi potete sfruttare il mio Linktree.
Giorni fa, girando su internet, mi sono imbattuto nel video di una ragazza che si chiedeva perché mai la sua nutrizionista insistesse nel suggerire di seguire lo schema dietetico proposto seguendo i giorni, senza incrociarli: in pratica perché vietare di incrociare i pranzi e le cene di due giorni della settimana, ma solo poter scambiare il pranzo con la cena dello stesso giorno. Ed effettivamente il discorso che faceva aveva un senso.
Lei diceva: quantifichiamo quello che c’è nella dieta. Se al lunedì mangio a pranzo 5 e a cena 5, e il martedì mangio a pranzo 7 e a cena 3, la somma è sempre 10, e la somma complessiva dei due giorni è 20. Quanto può essere grave se il lunedì mangio 5 e 3, mentre il martedì mangio 7 e 5? Per caso a mezzanotte si resetta tutto e il fisico deve necessariamente ricominciare, senza considerare quello che è successo prima di quel giorno e quello che succederà dopo? Domande assolutamente legittime, quindi ho pensato che sarebbe stato utile parlarne, ampliando un po’ il discorso.
Lo schema dietetico da menù unico
Partiamo dallo schema dietetico che uso più di frequente: il menù unico. La quasi totalità delle diete che rilascio prevedono un solo giorno con degli alimenti suggeriti e delle sostituzioni, qualche volta metto due menù, molto raramente più di due. Credo di aver fatto solo due o tre volte in tutta la mia carriera un menù settimanale e solo una volta un menù plurisettimanale, perché credo che rendano la lettura della dieta più faticosa da attuare e facciano, a volte, anche confusione.
Il presupposto principale è quello di associare un alimento base, che può essere il piatto più usato dal paziente o quello più adatto alle sue esigenze, a una serie di sostituzioni di alimenti simili. Ad esempio, impostando il piatto di base la pasta, posso mettere come sostituto il riso, e il paziente è libero di scegliere tra i due piatti.
Una volta scelto quale sia l’alimento base, ecco che bisogna decidere quali siano i criteri con cui scegliere quali sostituzioni associare, e secondo quale misura. Ad esempio, i legumi possono essere usati come sostituto di un primo, perché molto ricchi di amido, ma anche come sostituto della carne e del pesce, perché molto ricchi di proteine.
Il nutrizionista, quindi, dovrà fare una scelta secondo quello che è il miglior interesse per il paziente: è bene considerare i legumi come sostituto del primo se, ad esempio, bisogna mantenere la quota di carboidrati il più fissa possibile durante le giornate, come ad esempio in caso di diabete di tipo 1; in altri casi possono benissimo essere gestiti come dei secondi, o addirittura una porzione di verdure molto ricca se sono molto verdi (come i piselli, i fagiolini o le fave).
Questo tipo di schema dietetico è molto approssimativo, i calcoli non sono esatti per ogni tipo di scelta, ma riesce ad essere molto flessibile e adattabile, cosa che lo rende estremamente efficace da applicare durante le giornate ricche di impegni che abbiamo tutti. Se so che posso adattarmi e mangiare pasta, riso, pane o patate, non mi preoccupo di cosa devo mangiare per pranzo nemmeno se devo rimanere fuori, mi basta cercare di seguire lo schema dietetico rispettando quanto più possibile le quantità assegnate.
Come ho detto, è quasi sempre la mia scelta finale, perché sono da sempre convinto che una dieta perfetta, se non seguita, non serve a niente, e preferisco quindi dare delle indicazioni di massima, salutari e compatibili con la salute e lo stile di vita della persona che ho davanti, piuttosto che costruire un’impalcatura ingestibile, ma bellissima.
Lo schema dietetico a due menù
Quando do due menù diversi, sostanzialmente, mi limito a costruire due menù unici e a proporli entrambi. Quindi la logica delle sostituzioni vale anche per questo caso. Con questo schema dietetico, però, si comincia già a vedere un po’ di logica che ci aiuterà a rispondere alla domanda della ragazza.
Quand’è che faccio due menù? Quando devo suggerire qualcosa di molto diverso, in alternativa. Ad esempio, mi capita relativamente spesso di proporre, insieme al menù onnivoro, anche un menù vegano, in modo che almeno una volta alla settimana, chi vuole, possa fare a meno di carne e pesce per mangiare più vegetale. Dato che spesso uso i legumi come sostitutivo dei secondi, è ovvio che potrebbe bastarmi anche solo il primo menù, ma mettendone due sottolineo l’importanza di questa scelta, almeno occasionale. Così facendo, vado a bilanciare i nutrienti con gli alimenti vegani, modificando anche di molto le quantità dei singoli piatti, pur magari rimanendo nella stessa quota calorica.
Altro caso è quando devo mettere due colazioni diverse, tipicamente una dolce e una salata. Il paziente mi dice che durante la settimana si organizza entrambi i tipi di colazione, così io costruisco due menù separati, per bilanciare le due giornate diverse.
In questi casi, suggerisco sempre di non incrociare i giorni, perché è molto raro che i due menù siano seguiti in maniera bilanciata durante la settimana. Se dicessi che si può fare, allora verosimilmente troverei alcune persone che fanno la colazione salata e consumano la cena più ricca delle due, di fatto aumentando la quota calorica (e probabilmente proteica) del menù giornaliero seguito. Se succede una volta non c’è problema, come sottolineava la ragazza, ma se succede sistematicamente, allora la dieta settimanale risulta sbilanciata e l’efficacia sul peso e sulla salute ne risente.
La dieta settimanale o plurisettimanale
Parliamo ora della dieta settimanale, dove il lunedì si mangia questo, il martedì quest’altro e così via. In questo schema dietetico io non metto mai le sostituzioni, o al massimo ne metto una tipo pasta o pasta integrale.
L’enorme vantaggio che si ha con questa dieta è quello di poter mirare molto precisamente su quello che è l’obbiettivo nutrizionale quotidiano. Possiamo fare uno schema con i giorni tutti simili oppure possiamo distinguere certi giorni per la ricchezza di un nutriente e certi altri giorni per la ricchezza di un altro nutriente. Ad esempio, mettere uno o due giorni con pasti ricchi di pesce aumenta la quota di omega-3 in quei giorni, mettere un giorno vegano aumenta la quota di fibre, mettere una colazione salata aumenta la quota proteica e così via. Con questo schema dietetico, posso essere talmente preciso da poter distinguere i giorni in cui do i cereali in chicchi da quando do la pasta, oppure i giorni in cui uso i fagioli da quelli in cui uso i piselli, oppure ancora il giorno in cui c’è il pesce da quando ci sono i molluschi.
Se le giornate sono diverse, seguire la dieta prevede un’organizzazione molto alta, perché c’è poca possibilità di manovra, ed è ovviamente pensata su base settimanale, quindi inevitabilmente scambiare i pasti tra i giorni, o addirittura fare due volte, ad esempio, il menù del giovedì saltando il venerdì, potrebbe portare a problemi di bilanciamento. Non ci saranno danni né a breve, né a lungo termine, ovviamente, solo che l’efficacia potrebbe risentirne.
Se le giornate sono simili, il problema è minore, ma è comunque rischioso perché ho comunque distinto gli alimenti e li ho accoppiati secondo quello che potrebbe essere il bilanciamento migliore per la giornata e per quello che mi serve nella settimana.
Attenzione alle abitudini
Un ulteriore livello di criticità, che mi fa suggerire di non incrociare le giornate di uno schema dietetico con più giorni, è quanto di frequente questa cosa potrebbe accadere.
La ragazza del video si chiedeva “perché mai dovrei evitare di incrociare i giorni, se poi la somma totale è la stessa?” Ebbene, ha perfettamente ragione, se questo capita una volta nella settimana. Il problema è che se si concedesse questa libertà, alcuni pazienti potrebbero trovare più comoda la cena del mercoledì e farla praticamente tutti i giorni, oppure scambiare i pasti delle giornate a caso in maniera quasi costante.
Non succede nulla se c’è uno scambio una volta, ma lo scambio costante diventa un problema, e potrebbe portare anche a danni dati da carenze non previste dal nutrizionista. Mi viene da pensare, ad esempio, che qualcuno potrebbe evitare costantemente di mangiare pesce, e trovarsi quindi in difetto per gli omega-3. Intendiamoci: il pesce non è indispensabile, ma la sua assenza deve essere prevista dalla dieta.
Conclusioni
In fin dei conti, il mio parere è che la dieta dovrebbe essere una guida per raggiungere una buona salute, non un ostacolo o un impiccio, per questo raramente do uno schema dietetico con più giorni. Quello che diceva la ragazza ha senso, ma è un ragionamento rischioso da applicare perché le diete hanno una logica, anche quando sembra che non ci sia. Se conoscete questa ragazza, segnalatele questa mia risposta.
Bene, questo è tutto. Se avete dubbi o domande scrivete pure qui sotto, sono contento di rispondere, e se volete un appuntamento con me, consultate il mio sito per i contatti degli studi. Io sono Giuliano Parpaglioni, se vi piacciono i miei video iscrivetevi al canale, noi ci vediamo la prossima volta. Un saluto a tutti!