Da qualche tempo si parla di alimenti sempre più strani che stanno per arrivare sulle nostre tavole: carne artificiale, insetti e altre cose ancora più particolari. Vediamo insieme i cibi del futuro.
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo video. Io sono Giuliano Parpaglioni, Biologo Nutrizionista, e come sempre vi ricordo che per visite dal vivo io ricevo a Brescia, a Toscolano Maderno e a Leno, che ho creato una mia accademia chiamata Alimentazione, dalla salute al dimagrimento, un corso online in cui mostro la logica che c’è dietro le diete e che potrà aiutare anche a perdere qualche chilo, e che sul mio sito www.nutrizionistabrescia.com potete trovare tutti i miei contatti e le informazioni.
Dal punto di vista dell’alimentazione, il 2023 è partito alla grande con le notizie sui nuovi alimenti che preso vedremo sulle tavole e nei supermercati. Non sono tutti una novità, o almeno non lo sono per l’essere umano in generale, ma in Europa e in particolare in Italia, tutto questo è ancora molto esotico e acerbo.
In questo video, voglio parlare quindi di questi nuovi alimenti, partendo da quelli che credo siano i più conosciuti e normali, abbastanza accettati, fino a quello che io reputo il più strano in assoluto.
La carne vegetale, il presente
Partiamo quindi dalla carne vegetale. Questa in realtà non è una novità, tanto che viene proposta anche in molti fast food come alternativa agli hamburger di manzo. Ne ho già parlato in un video specifico, che vi invito ad andare a vedere se volete approfondire: si tratta di prodotti simili ad hamburger o a wurstel, a bresaola o addirittura a tonno, ma fatti con ingredienti del tutto vegetali, o almeno senza l’uso di carni animali: è possibile, infatti, che alcuni alimenti contengano almeno delle uova. Sulla salubrità di questi alimenti, le ricerche attuali sono positive e anche nel mio precedente video descrivevo uno studio che mette le carni vegetali un gradino sopra ai prodotti equivalenti di carne vera e propria, dal punto di vista salutistico.
Oltre a questi prodotti, abbiamo quelli più distanti dal sentore comune, come il tofu, il seitan, il tempeh, che sono alimenti derivati dalla soia o dai cereali. Tutti questi prodotti hanno in comune la quota proteica che, ad eccezione del seitan, è sia abbondante che completa, quindi fanno in modo che non si debba rimpiangere la carne in termini nutrizionali. Il seitan, derivando dai cereali, risulta carente di lisina, ma è un problema solo se è l’unica fonte proteica disponibile, e normalmente non è così.
Gli insetti, l’alternativa del futuro
Il secondo alimento di cui si parla spesso è rappresentato dagli insetti, e io stesso ho fatto un’ospitata sul canale A Caccia di Scienza per parlarne in una live. L’Europa ha approvato, fino ad ora, quattro prodotti a base di insetto: due coleotteri, un grillo e una locusta, l’ultima approvazione risale a metà gennaio 2023, quindi recentissima. È possibile, anzi probabile, che nel futuro verranno approvati anche molti altri prodotti a base di insetto: nonostante in Italia solo il 30% delle persone si dichiara possibilista nel mangiare insetti, è evidentemente un mercato in grande fermento.
I motivi sono soprattutto economici e ambientali: gli allevatori di bestiame comune possono usare i prodotti derivati dagli insetti per nutrire i propri animali, in alternativa ai prodotti vegetali; l’allevamento stesso degli insetti, anche per uso umano, è relativamente economico se si confronta con le spese degli allevamenti classici; infine, l’impatto ambientale di un allevamento di insetti è enormemente inferiore rispetto a quello, ad esempio, dei bovini. Non c’è un vantaggio economico per il consumatore, almeno per il momento, perché questi prodotti tendono a costare più di quanto costino la carne o la farina comuni.
Nutrizionalmente, però, sono un’ottima alternativa alla carne comune: generalmente hanno un buon contenuto proteico, un alto contenuto di grassi e apportano anche fibre, sotto forma di chitina. A proposito: non è vero che è cancerogena, addirittura è studiata per usarla nelle cure di vari tumori.
Consumare insetti, quindi, dà la possibilità di avere una risorsa valida in più da poter sfruttare per l’alimentazione quotidiana, che allo stesso tempo impatta sull’ambiente di meno rispetto alle carni a cui siamo abituati.
Carne coltivata, un futuro prossimo
Un altro alimento di cui si parla molto è la carne coltivata, chiamata impropriamente carne sintetica. Dico impropriamente perché non è sintetica: anche questa deriva da cellule di animali, solo che per produrre un hamburger non c’è bisogno di uccidere una mucca, ma si fa una biopsia per prelevare un po’ di tessuto. Anzi, a dirla tutta, non c’è nemmeno bisogno di fare questa biopsia ogni volta: le cellule possono creare una linea cellulare potenzialmente infinita, in modo da produrre carne più velocemente.
Se ne parla, come possibilità, addirittura dall’inizio del secolo scorso: è famoso un passaggio di Winston Churchill in uno dei suoi scritti: “sfuggiremo all’assurdità di far crescere un pollo intero solo per mangiare il petto o l’ala, facendo crescere queste parti in un ambiente adatto”. Ovviamente da allora la situazione è molto cambiata, le conoscenze scientifiche sono enormemente più avanzate, ma siamo arrivati al punto, finalmente, di poter crescere un hamburger in laboratorio. La prima apparizione di questo prodotto al pubblico è datata 2013, era un prodotto acerbo, ad esempio non aveva grassi, quindi risultava meno appetibile, inoltre costava svariate migliaia di dollari. Attualmente, invece, sull’argomento ci lavorano quasi una cinquantina di aziende.
Tecnicamente, la linea cellulare viene fatta crescere su una impalcatura, che può essere fatta di vari materiali edibili tra cui cellulosa e chitina, per dare alla coltura cellulare una struttura tridimensionale. Questa viene poi posta in un bioreattore, che è una sorta di complicato incubatore, per avere costantemente le condizioni ottimali per la crescita delle cellule.
Il prodotto finale sarà dato dai tipi di tessuto che facciamo crescere in questi bioreattori, quindi con più o meno grasso a seconda di quello che vogliamo ottenere. Il vantaggio ambientale è evidente, perché vengono sfruttate meno risorse e vengono prodotti meno gas serra rispetto agli allevamenti, per la produzione della stessa quantità di cibo.
Proteine dall’aria, il futuro fantascientifico
L’ultimo prodotto, il più fantascientifico che sono riuscito a trovare, è la Soleina. L’azienda che la produce, la Solar Foods, ha brevettato un batterio che riceve il suo nutrimento da alcuni gas: anidride carbonica, azoto e idrogeno. Anche qui si usa un bioreattore che dà l’energia per la produzione dell’alimento: il prodotto finito è composto per il 65-70% da proteine, il 5-8% da grassi e il 10-15% da fibre, ed è una polvere da utilizzare come integratore proteico. La polvere, ovviamente, è composta da questi batteri essiccati, ed è quindi una forma delle cosiddette proteine monocellulari, ovvero microrganismi unicellulari edibili.
Come ho detto, questo è il più fantascientifico degli alimenti, ma tanto per far capire da quanto tempo si sta pensando a qualcosa del genere, le proteine monocellulari sono anche citate nel primo film di Matrix, che è uscito nel 1999, ma andando ancora più indietro, il primo alimento risale a circa un secolo fa, quando si utilizzò il lievito come fonte proteica per gli animali. E, a dire il vero, si usa tutt’ora anche per gli umani, si chiama lievito alimentare o lievito disidratato, ed è un’ottima fonte di proteine soprattutto se non si consumano carne e pesce.
Anche qui, l’effetto è di ridurre le emissioni ed essere più rispettosi dell’ambiente; inoltre è un prodotto piuttosto economico
Conclusioni
In conclusione, possiamo dire che le risorse che l’essere umano sta introducendo per aumentare la possibilità di alimentarsi sono enormi, con ampie possibilità di miglioramento. L’ultimo consiglio che voglio dare è di non trascurare quel che invece già c’è: la forma meno impattante e più rispettosa dell’ambiente di alimentarci che abbiamo, già ora, è puntare sui vegetali. Una dieta quanto più vegetale, ovvero consumando carne e pesce solo saltuariamente, permette di abbassare di moltissimo l’impatto ambientale dell’alimentazione umana. Più persone sceglieranno di consumare prodotti vegetali frequentemente, e più il pianeta ne sarà sollevato.
Bene, questo è tutto. Se avete dubbi o domande scrivete pure qui sotto, sono contento di rispondere. Io sono Giuliano Parpaglioni, se vi piacciono i miei video iscrivetevi al canale, noi ci vediamo la prossima volta. Un saluto a tutti!