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Diete e alimentazione

Dieta vegana, dieta alcalina e cura dei tumori

La dieta vegana non cura il cancro.
Ci tenevo a mettere in chiaro la mia posizione già alla prima riga, in modo da non dare adito a fraintendimenti. Chi legge da un po’ questo blog sa che sono assolutamente favorevole ad una scelta vegetariana o vegana in qualunque momento della vita, a patto che sia ben bilanciata. Sono anche socio della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, che si occupa di divulgare questo tipo di approccio alimentare in maniera scientificamente rigorosa e io stesso sono vegetariano. Recentemente è stata mandata in onda una puntata delle Iene in cui si è intervistato un paziente oncologico che, dopo aver fatto radioterapia e chemioterapia ha deciso di affidarsi alla dieta vegana, avendo come risultato la scomparsa del tumore. Nessuno dei medici interpellati nella puntata, in realtà, ha mai detto di smettere le cure ufficiali in favore del cambio di alimentazione, ma il risultato per molti è stato questo, al punto che cominciano ad arrivare chiamate di pazienti che chiedono di smettere le cure e sostituirle con una dieta.

Che sia chiaro: non è possibile sostituire una cura chemioterapica o radioterapica con un cambio di alimentazione.

Cerchiamo di capire un po’ quali sono le evidenze scientifiche.
La dieta vegana è un approccio alimentare che fa a meno di tutti i prodotti di origine animale, quindi non ci si ciba di carne, pesce, uova, latte, formaggi, miele (a differenza delle dieta vegetariana che accetta i derivati animali). L’apporto proteico è garantito dalla varietà della dieta: cereali e legumi insieme danno un’abbondanza e una varietà di aminoacidi sufficiente per una buona salute, prodotti derivati da essi (tofu, tempeh, latte di soia…), i cereali integrali e gli pseudocereali (quinoa, amaranto, grano saraceno) facilitano le cose; i carboidrati non sono un problema essendo l’amido un componente preponderante del mondo vegetale; i grassi, anche essenziali, derivano da oli e frutta secca (in minor misura legumi); i minerali sono abbondanti nei prodotti integrali e nelle verdure; le vitamine sono frequenti, solo va integrata la B12.
L’American Dietetic Association si è espressa favorevolmente a un approccio vegano in qualunque età e condizione fisiologica a patto che sia ben bilanciato.
Esistono numerose evidenze scientifiche che dimostrano come una dieta di questo tipo apporti numerosi benefici, ad esempio:

L’ultimo link soprattutto è interessante nell’ottica di questo post. Le diete veg riducono l’insorgenza di cancro. Attenzione: questo non vuol dire che curano il cancro, ma che aiutano a prevenirlo! Non esiste alcuna prova scientifica che supporti l’idea che la dieta, una qualunque dieta, possa far guarire una persona malata di cancro senza l’aiuto di terapie efficaci. Lo stesso concetto è stato espresso molto bene dall’ospedale San Raffaele, co-protagonista involontario del servizio delle Iene (grassetti miei):

Nota per la stampa su servizio “Le Iene” – 5 marzo

Milano, 06 marzo 2014 – L’IRCCS Ospedale San Raffaele, in riferimento al servizio “Alimentazione e malattie. La storia del tumore guarito di Antonio”, in onda durante la trasmissione Le Iene (Italia 1, mercoledì 5 marzo), dichiara che nessuno studio in tal senso è in corso presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e osserva che ad oggi non esiste alcuna dimostrazione del valore della dieta come terapia oncologica. Alcune attenzioni dietetiche possono avere ruolo e spazio nell’inquadramento generale di una terapia oncologica come di terapie per altre malattie, ma nella pratica clinica nessuna dieta può sostituirsi alla chirurgia, alla radioterapia e ai farmaci nel curare i tumori.
[…]
La Direzione Sanitaria
IRCCS Ospedale San Raffaele

Gira voce che nei prossimi servizi dello stesso programma verrà intervistato un noto guru dell’alimentazione, che diffonde l’idea dell’igienismo, del crudismo, del fruttarianesimo e di concetti mai provati dati per veri. Si può dire che queste siano una sorta di derive dell’alimentazione vegana, spesso ancora più restrittive di essa e quindi impossibili da bilanciare. Uno dei concetti appena accennati nel servizio andato in onda ma che probabilmente verrà ripreso è quello della dieta alcalina. Si basa sull’idea corretta che il nostro organismo abbia molti sistemi per regolare il pH del sangue e lo mantenga quasi fisso (il valore standard è tra 7,35 e 7,45), ma che l’alimentazione possa influenzare questo pH e di conseguenza causare problemi.

È sicuramente vero che il pH può cambiare in caso di eventi morbosi (problemi respiratori o renali, diabete, intossicazioni), ma quando si parla di acidosi metabolica si sta parlando di una condizione grave, non di una condizione cronica prolungabile a lungo. Esistono moltissimi studi scientifici riguardanti il pH del sangue, la dieta alcalina e gli alimenti acidi e basici, ma in letteratura non sono riuscito a trovare un solo studio che soddisfacesse bene queste due condizioni:

  • lo studio dovrebbe darmi una definizione precisa di cosa intende per acidosi metabolica, con dei riferimenti di pH esatti;
  • lo studio dovrebbe dimostrarmi, almeno in bibliografia, il nesso causale tra l’abbassamento di pH (nei limiti definiti, come detto sopra) e l’insorgenza di una patologia, curabile attraverso l’innalzamento del pH tramite alimenti. Sottolineo, se ce ne fosse bisogno, che correlazione non implica causalità.
Il primo punto mi serve perché altrimenti si va a discutere di chetoacidosi diabetica o di problemi renali gravi, per i quali è ovvio che si debba ristabilire il pH del sangue, ma che nella stragrande maggioranza dei casi non riguardano la vita quotidiana delle persone. Il secondo punto mi serve per dimostrarmi l’effettiva utilità di una terapia di tipo alimentare volta al miglioramento del pH sanguigno. Soddisfatti questi due punti possiamo parlare di dieta alcalina e dei suoi benefici, fino ad allora tutto questo non ha senso.
Come dicevo però è pieno di articoli che mostrano i benefici di una dieta alcalina. Ma esattamente cos’è questa dieta? Ebbene, è una dieta basata su alimenti di tipo vegetale, verdure, frutti, cereali integrali, evitando o limitando gli alimenti di origine animale. Ehi, sembra quasi di parlare di una dieta vegana! E così il cerchio si chiude.
Abbiate cura di voi stessi, seguite una dieta equilibrata e il vostro organismo ne gioverà. Se poi volete chiamarla dieta alcalina fate pure, ma è una definizione che non ha nulla di scientificamente sensato.

Brescia, 8 marzo 2014
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

24 Comments

  • Unknown ha detto:

    Non sono un esperto ma leggendo diversi articoli a riguardo mi sembra di aver capito che studi epidemiologici rispetto a random trials lasciano abbastanza il tempo che trovano, specie se effettuati tra campioni con background totalmente diversi come quelli effettuati dalla Loma Linda University tra un gruppo di vegani/vegetariani avventisti (che oltre alla dieta praticano abitualmente tutta una serie di attivitá fisicamente salutari) e onnivori con background generalmente più sedentari, i test randomizzati dicono tutt'altro

  • Unknown ha detto:

    Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

  • io credo che anche studi effettuati su determinati tipi di popolazione siano molto importanti, se vengono circoscritti ad essa. Gli studi sugli avventisti non confrontano avventisti e non, ma fanno confronti nella stessa popolazione con fattori confondenti simili e bassi. Per questo sono studi preziosi che possono dare l'idea di quale sia la reale influenza della dieta.
    Hai dei riferimenti da farmi leggere per supportare la tua tesi? In caso ne discutiamo.

  • ho eliminato il tuo commento perché non rispetta le regole del blog.

  • @roberta di mauro non pubblico il tuo commento perché non rispetta le regole del blog.

  • Unknown ha detto:

    Esempio di articolo scritto BENISSIMO con la testa che ben si capisce, importante per un onnivoro come me che si sta informando pensando
    a dei cambiamenti. Complimenti!

  • Unknown ha detto:

    Qualche piccola precisazione: innanzitutto la dieta non è alcalina ma alcalinizzante….è si basata sul consumo di una quantità congrua di proteine animali "tamponate" da verdura, frutta e da acqua alcalina che alcalinizzano l'organismo in modo indiretto (attraverso la secrezione degli h+ nello stomaco e dei bicarbonati nel sangue: http://en.wikipedia.org/wiki/Alkaline_tide ) e lo scarsissimo consumo dei cereali (acidificanti), dei legumi (acidificanti) e dei latticini (acidificantissimi). Poi dire se possa avere proprietà anticancro è tutto un altro discorso…..

  • grazie per le precisazioni. Rimane il fatto che i cibi di origine animale sono più acidificanti di quelli di origine vegetale e, soprattutto, dire che i cereali o i latticini siano acidificanti (o acidificantissimi) è un'assurdità.

    (la marea alcalina è la conseguenza fisiologica della digestione, non dipende da cosa si ingerisce)

  • flies porn ha detto:

    in quasi tutti gli articoli di dieta alcalina si parla del PH degli zuccheri… dicono tutti che ha PH 2.1

    ora, lo zucchero NON E' un elettrolita, quindi il suo PH non esiste.
    una soluzione acquosa satura di zucchero ha comunque PH molto vicino al 7

    al contrario, i succhi gastrici necessari alla digestione e prodotti dal nostro corpo hanno proprio PH 2.1

  • Unknown ha detto:

    Da piccola ho sofferto spesso di acetone, metà della mia infanzia l'ho passata all'ospedale per questo e sul serio non posso più sentirla questa dieta alcalinizzante.
    Il pH del sangue in quel range lavora e non dev'essere né troppo acido né troppo basico rispetto a quei valori, per questo nel sangue esiste un apposito sistema tampone.
    In condizione di acidità (riferita al sangue, perché c'è pure da considerare che ogni distretto ha il proprio pH ideale, in alcuni acido, in altri basi, in altri attorno al neutro) stai male, ma male da dover ricorrere subito a cure mediche…altrimenti non resisti nemmeno una settimana, così! Ma nemmeno due giorni, se cominci a vomitare.
    È folle credere di poter controllare il pH CORPOREO (mi chiedo ancora che cosa voglia dire)consapevolmente e semplicemete attraverso l'alimentazione con cui lo influenzi molto relativamente, perché non saremo mai così abili da capire che pH ci deve stare là e in quel momento e moriremmo. Non lo controlliamo così semplicemnte come non controlliamo la concentrazione degli ioni calcio, sodio e potassio…e per fortuna! Altrimenti la maggior parte di noi si sbriciolerebbe poggiando piede a terra e qualcuno si dimenticherebbe di far battere il cuore.

  • Unknown ha detto:

    gentile signor Parpaglioni,
    sarei interessato a conoscere il suo punto di vista circa l'acqua Alcalina,
    che nel libro invertire l invecchiamento, di sang whang,
    viene pubblicizzato come qualcosa di
    miracoloso… peccato e l'alcalinizzatore sia un
    apparecchio dal costo elevato…
    le dispiacerebbe darmi un suo punto di vista ?La ringrazio

  • A mio parere l'acqua alcalina è inutile, come lo è qualunque mancchinario per spillarla o qualunque flaconcino di gocce da aggiungere nel bicchiere.

  • Keyser Soze ha detto:

    Spinto da una forte curiosità (e passione) per le tematiche relative all'alimentazione, ho effettuato diverse ricerche sulla dieta alcalina e sull'effetto di un eccesso di proteine (in particolare quelle animali, ricche in amminoacidi solforati) nei confronti della perdita di calcio dalle ossa.

    Ho provato a selezionare solo il materiale scientificamente valido, proveniente da enti governativi che si occupano di nutrizione (Harvard School of Public Health, AIRC, AHA, American dietetic association, OMS, FAO), pubblicazioni reperibili su pubmed, ecc… Da ciò che ne ho dedotto, le posizioni abbastanza contrastanti. Ricordo anche interventi precisi, in merito, da parte di illustri nutrizionisti ed epidemiologi, come Villarini e Berrino dell'Istituto dei tumori di Milano.

    Premesso che la dieta alcalina così come esposta da Young e da ambienti alternativi e new-age è una bufala acclarata, sono io che sono confuso, o davvero non c'è una posizione univoca sull'escrezione di calcio urinario e aumento delle probabilità di osteoporosi dovuto al suddetto fattore?

  • al di là delle posizioni ufficiali dei vari enti di ricerca o istituzioni pubbliche (che possono essere anche contrastanti: l'università di Harvard sconsiglia il consumo quotidiano di latte in contrasto alle linee guida più comuni, ad esempio), io vado a vedere i dati. Cercando i lavori in letteratura trovo questo
    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20717017
    che mi dice che un apporto adeguato di calcio è addirittura favorito da un'alta presenza di proteine (comprese quelle animali) e le ossa ne risentono in maniera positiva. Inoltre questo articolo, seppur specifico per il latte, sfata incontrovertibilmente il discorso pH, proteine e osteoporosi
    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22081694
    cito:
    "Key teaching points: Measurement of an acidic pH urine does not reflect metabolic acidosis or an adverse health condition. The modern diet, and dairy product consumption, does not make the body acidic. Alkaline diets alter urine pH but do not change systemic pH. Net acid excretion is not an important influence of calcium metabolism. Milk is not acid producing. Dietary phosphate does not have a negative impact on calcium metabolism, which is contrary to the acid-ash hypothesis."

  • Unknown ha detto:

    Chiedo ad un esperto se l'uso di 400/500 grammi tutti giorni di comuni yogurt prodotti industrialmente possa far insorgere in condizioni lavorative di forte carico,stress ripetuti,pochissimo riposo,microtraumi mal compensati spina calcaneare speroni e calcificazioni? diventa un eccesso di calcio che inevitabilmente si deposita dove c'è un overuse per tentare una riparazione? ed è possibile "risequestrare" il calcio di una spina calc. recentissima?

  • 500 g di yogurt al giorno apportano 625 mg di calcio (fonte: http://sapermangiare.mobi/tabelle_alimenti/150010/500/yogurt_da_latte_intero.htm), che è ancora al di sotto di quanto si consiglia (per un uomo adulto il suggerimento è intorno ai 1000 mg). Dubito fortemente che possa causare accumuli di calcio. Per il resto andrebbe sentito un medico.

  • Unknown ha detto:

    L'ho chiesto perché la spina inizialmente è della consistenza della pasta dentifricia e forse riassorbibile..grazie comunque!

  • Atti ha detto:

    Ciao! volevo segnalarti un articolo che ho scritto, con una buona reference, relativa al tema che hai trattato qui: "Uso delle diete vegane e vegetariane per la cura delle malattie cardiometaboliche"

  • Unknown ha detto:

    Volevo sapere se è possibile sostenere che ci sia poca differenza tra una dieta onnivora e bilanciata (contenuta quantità di proteine animali) e una vegana. Esiste cioè una motivata superiorità della dieta vegana rispetto ad una onnivora attenta? Una dieta vegetariana potrebbe inoltre costituire una buona via di mezzo, senza arrivare agli eccessi dei vegani (che per molti versi hanno una base più che altro ideologica)?

  • Una dieta mediterranea propriamente detta e una dieta vegana hanno molto in comune, è quindi difficile dire che una sia meglio dell'altra. La dieta vegetariana basata su principi di genuinità è sicuramente una buona via di mezzo, a patto che non si ecceda con i latticini, che sono gli alimenti più difficili da gestire, perché si rischia sempre di eccedere. Ricordo infine che mangiare tutti i giorni latte, formaggi e pizza è perfettamente vegetariano, ma non è certo salutare.

  • Atti ha detto:

    E' vero che la dieta mediterranea e quella vegana sono molto simili, tuttavia sarei curioso di sapere se ci sono articoli che hanno studiato il tema nello specifico. molta letteratura che ho letto fa confronti tra onnivori "standard", vegetariani e vegani, ma non ho trovato fino ad ora articoli che analizzino la differenza tra il "molto poco" ed il "nulla" in quanto ad ingredienti animali.
    inoltre mi piacerebbe sapere se qualcuno ha mai stimato il cosiddetto "upper safe limit" del consumo di carne, ovvero la quantitá massima giornaliera o settimanale entro il quale la carne non produce assolutamente alcun effetto negativo. da quanto ho studiato fino ad ora dubito che questa soglia esista, e se esiste dev'essere molto bassa, tipo una quantitá ridotta una o due volte al mese. idem per gli altri derivati animali.

  • Volendo possiamo rivolgerci agli studi sugli avventisti, che per religione conducono vite più sane: confrontare le loro diete dà più o meno i risultati che cerchi. Ho scritto un articolo a riguardo su La Scuola di Ancel anni fa:
    http://www.lascuoladiancel.it/2013/06/12/una-dieta-priva-di-carne-e-associata-a-un-minor-rischio-di-morte/

    Per quanto riguarda il limite massimo, non esiste al momento per le carni bianche, mentre per le carni rosse è stimato intorno a 500 g a settimana, e per le lavorate (insaccati, prosciutti, salami…) non è stato possibile definirlo, dicendo che sono sempre deleterie:
    http://www.dietandcancerreport.org/cancer_prevention_recommendations/recommendation_animal_foods.php

  • @Mattia, mi spiace ma per errore ho cancellato il tuo commento. Lo riporto qui sotto:

    @parpaglioni quindi la dieta vegana andrebbe bene anche per i bambini di un anno? Lei la consiglierebbe a quell'età?

    La risposta è sì, senza alcun dubbio, sincerandomi solo che la dieta sia studiata bene e con le giuste integrazioni. Faccio parte della Rete Famiglia Veg (https://www.famigliaveg.it/) che si occupa appunto di seguire e aiutare le famiglie che intendono crescere i propri bambini senza consumare alimenti animali.

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