È sempre più comune che le persone si facciano un test per le intolleranze alimentari, dando la colpa di un sovrappeso a specifici alimenti che, a giudicare dal risultato del test, andrebbero ridotti o eliminati. Ma c’è da fidarsi? A mio parere no. Le intolleranze riconosciute dalla medicina sono due: intolleranza per il lattosio (mancanza di un enzima che digerisce questo zucchero) e intolleranza al glutine (celiachia soprattutto). Nonostante possano esistere delle allergie a specifici alimenti, non esistono intolleranze al radicchio o ai cracker. Prima di tutto, quindi, andiamo a definire le intolleranze.
L’intolleranza alimentare è una reazione avversa ad un alimento. Il celiaco o chi soffre di gluten sensitivity non tollera il glutine, se ne mangia sta male. Stessa cosa per il lattosio, se c’è intolleranza, esso non viene digerito e causa problemi.
Esistono molti test che vanno a cercare intolleranze, anche tra centinaia di alimenti, e non sono certo a buon mercato. Oltretutto ogni test va a cercare un’allergia, che spesso viene blandita come una intolleranza (le allergie sono una reazione specifica che coinvolge uno specifico tipo di anticorpi, le IgE). Che validità hanno? Cerchiamo di capirci qualcosa.
Test elettrodermico (VEGA test).
- In cosa consiste: si prende in mano una fiala contenente un allergene o la sostanza a cui si suppone di essere intolleranti, e si fa passare una corrente nel corpo, registrando le variazioni della resistenza elettrica del corpo
- Validità: nessuna. È stato fatto un test in doppio cieco pubblicato su British Medical Journal che dimostra la non ripetibilità dei risultati. Come dire: risultati casuali/inventati. Come se non bastasse, una review che prende in considerazione più studi su questo test, pubblicata su una rivista di medicina alternativa (Acupuncture in medicine), arriva alle stesse conclusioni.
- In cosa consiste: si mette in contatto il sangue del paziente con l’allergene e si registrano le eventuali modificazioni dei globuli bianchi
- Validità: nessuna. Sono state fatte molte prove (ad esempio questi due trial clinici) ma il risultato è sempre lo stesso: il test non è riproducibile
- In cosa consiste: nel capello è possibile rilevare metalli pesanti, che potrebbero portare ad allergie o intolleranze.
- Validità: nessuna. In questo studio si fa il test del capello in alcuni laboratori contemporaneamente a persone allergiche al pesce. Nessuno dei laboratori trova l’allergia al pesce ma trovano allergie a cui i soggetti non hanno alcuna reazione. Ovviamente, le sostanze a cui erano allergiche le persone differivano tra i risultati dei vari laboratori.
- In cosa consiste: l’allergene indebolisce il soggetto, la perdita di forza è facilmente misurabile
- Validità: nessuna. Le ricerche effettuate mostrano che la risposta, positiva o negativa che sia, è assolutamente casuale. In pratica si tira a indovinare.
- In cosa consiste: si cercano alcuni tipi di anticorpi (le IgG) nel sangue che possano reagire alla presenza di un determinato tipo di antigene (nel nostro caso, un alimento o un componente di questo)
- Validità: nessuna a livello alimentare. Non c’è evidenza che il livello di IgG sia di una qualche rilevanza diagnostica riguardo alle allergie alimentari: risposte anticorpali che riguarda le IgG per qualche tipo di alimento sono state trovate sia in soggetti sani che in soggetti allergici. In ogni caso il test ELISA è prezioso nella diagnosi di molte malattie, ad esempio è uno dei test che si usa nella diagnosi di sieropositività.
- In cosa consiste: i tipici segni dell’iride possono essere interpretati per la diagnosi di varie malattie, comprese le intolleranze alimentari
- Validità: nessuna in assoluto. L’iride non riflette lo stato di salute in nessun modo, ovviamente nemmeno in campo alimentare.
- In cosa consiste: si somministra un allergene (scelto più o meno a caso) e si registra un qualunque tipo di sintomo.
- validità: nessuna. Il test risente troppo dell’emotività del soggetto e la riproducibilità del test non è stata verificata.
Sul Vega Test ha fatto un ottimo lavoro il dott. Barrett. Ho tradotto dall'inglese la sua pagina qui:
http://www.arcetri.astro.it/comore/skeptic/electro.html
Grazie mille per la segnalazione
Ottimo articolo. Lo userò per mettere fine a qualche eterna discussione…
Non mi carica il link per il citotossico ma credo dipenda dalla mia rete. Strano però che non funzioni, in teoria è quello più plausibile.
"è uno dei test che si usa nella diagnosi di sieropositività" Sieropositività a cosa?
HIV
occhio che sono due i link, "trial" e "clinici" portano a due pagine diverse 🙂
Dire che questo sia stato per me un articolo a dir poco illuminante è dire poco!
Questo sembra l'ultima novità in fatto di test intolleranze: brevettato e segreto il test del DNA, anche per corrispondenza. In tutto il sito non ho trovato riferimento a persona fisica responsabile, non si sa chi lo gestisce e nemmeno se c'è qualche medico nello staff. Ma è legale una cosa simile?
http://www.proigea.com/index.html
Sulla Gluten Sensitivity, non esistendo ancora un iter diagnostico ufficiale ed essendo io una fortunata detentrice della condizione, la conta delle Ig mi aveva fatto comodo: mi era stato prescritto l'esame da un dermatologo per la perdita di capelli e la dermatite, le IgE e IgD erano sulle cinque volte il valore di riferimento, ma non ho ottenuto una diagnosi.
Passando il tempo, andando per prove ed errori me lo sono autodiagnosticata e dopo un paio di mesi senza glutine lo stesso esame era sballato di pochissimo, in modo trascurabile.
Se non lo si considera un esame fine a se stesso il dosaggio delle Ig può servire, secondo la mia esperienza, anche se non è quello specifico esame in sé a dare la risposta
Sulla gluten sensitivity e il test delle IgG ho scritto un post sulla Scuola di Ancel
Scusa posso chiederti se il test del dna di proigea sono validi??grazie anticipatamente!
I test del DNA possono dare alcune indicazioni interessanti, ma attualmente le conoscenze sono poche e non si ha la possibilità di impostare una dieta completa su questo tipo di indicazioni. Magari è possibile dire a qualcuno di aumentare gli omega-3 o i cibi contenenti acido folico, ma le indicazioni reali e verificabili sono poche.
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