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Diete e alimentazione

Massa grassa, massa magra e muscoli

Nel mio precedente post, dimagrire, ho sottolineato la differenza che c’è tra perdere peso ed avere invece un dimagrimento efficace che riguardasse soprattutto la massa grassa. E’ importante sottolineare il fatto che sia difficile accorgersi del tipo di perdita di peso: empiricamente l’indice più attendibile è la circonferenza della vita, se cala vuol dire che stiamo perdendo grasso viscerale, quindi abbiamo un buon dimagrimento, purtroppo però questo indice non può essere considerato attendibile al 100%, perché potrebbe esserci un contemporaneo calo di massa magra e non ce ne accorgeremmo. Altre circonferenze che potrebbero risultare utili sono quelle del braccio e della coscia: se calano, la maggior parte delle volte è per perdita di muscoli, ma anche da queste circonferenze non è possibile discriminare esattamente la massa magra e la massa grassa.

Il modo migliore per misurare la massa grassa è la plicometria, un esame che si esegue con una sorta di calibro che misura lo spessore delle pliche cutanee di alcuni specifici punti. Sommando i vari spessori misurati e inserendoli in alcune formule possiamo avere una stima relativamente precisa della massa grassa. Ma mettiamo caso che una persona perda 4 kg di massa magra e acquisti 2 kg di grasso. Alla bilancia risulterebbe calato di 2 kg, ma all’esame plicometrico risulterebbe effettivamente ingrassato. C’è stata perdita i muscoli? Potrebbe essere, ma a questo livello non è possibile saperlo. L’esame plicometrico è un esame che divide il nostro corpo in due componenti, massa grassa e massa magra, è un cosiddetto esame bicompartimentale. Quello che serve effettivamente in questi casi è un’analisi più approfondita, che riesca a discriminare la massa cellulare dai liquidi. Una persona può perdere liquidi, massa muscolare o massa grassa. In tutti i casi perde peso, ma in ogni caso le conseguenze sono diverse, sia sulla salute che sull’umore della persona. Un’analisi che riesca a discriminare questi tre componenti del corpo è detta tricompartimentale e può essere effettuata tramite un particolare strumento: il bioimpedenziometro.

L’analisi BIA (Bioelectrical Impedance Analysis) si basa sulla grandezza fisica chiamata impedenza: una forza di opposizione al passaggio di una corrente elettrica alternata. Applicando degli elettrodi sulla pelle è possibile misurare due componenti dell’impedenza (reattanza e resistenza) che corrispondono a due componenti del corpo umano: le membrane cellulari (quella chiamata Body Cellular Mass, massa cellulare totale) e i liquidi (o Total Body Water, acqua totale del corpo). E’ evidente già da questo come la BIA sia molto più precisa di circonferenze e plicometri nel definire la composizione corporea effettiva, distinguendo i liquidi dalla massa cellulare, che sono i due componenti che vanno a formare la cosiddetta massa magra. Una perdita di massa magra può quindi significare perdita di liquidi o di massa cellulare (tipicamente muscolo, difficilmente si perde massa dagli organi interni), e con l’analisi impedenziometrica si riesce a discriminare i due casi. Inserendo poi i dati in un software, l’elaborazione porta ad avere ulteriori utili informazioni riguardo alla composizione corporea (massa grassa, massa muscolare, liquidi intracellulari, liquidi extracellulari…). E’ quindi uno strumento molto importante per poter definire esattamente sia i bisogni nutritivi sia il tipo di allenamento più adatto ad una persona: un allenamento troppo intensivo o un’alimentazione non adeguata allo sforzo potrebbero portare a perdita di massa cellulare e accumulo di liquidi e grasso, si calerebbe di peso ma sarebbe un calo non salutare, la BIA ci permette di conoscere esattamente questa condizione ed intervenire sia sull’allenamento che sulla nutrizione in maniera efficace.

Recentemente si è resa disponibile l’analisi impedenziometrica nel mio studio con l’ausilio del BIA 101 della Akern (in questo caso BIA sta per Bioelectrical Impedance Analyzer), lo strumento più utilizzato nelle pubblicazioni scientifiche e più validato (ecco una lista delle pubblicazioni scientifiche di validazione aggiornata a novembre 2009), garanzia di affidabilità a precisione sia durante l’esame iniziale del paziente, sia soprattutto durante in controlli, che di conseguenza permettono di “aggiustare la mira” sulla dieta proposta a seconda della risposta fisiologica alla stessa.

Brescia, 01 novembre 2010
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

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