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Diete e alimentazione

Le mie risposte al Corriere della Sera

Qualche settimana fa è uscita un’intervista del Corriere della Sera alla dottoressa Buscarini, presidente Aigo, dal titolo: Solo verdure in tavola: fa bene o male?
Nonostante io non sia il presidente di una importante associazione medica, mi è venuta voglia di rispondere alle stesse domande poste alla dottoressa perché, in alcuni punti, ho un pensiero un po’ diverso dal suo. Ho già scritto sulle diete vegetariane, questo spunto mi dà l’occasione di riparlarne.

Cominciamo dal titolo dell’articolo che, anche se non c’entra con l’intervista né con l’intervistata, è abbastanza significativo di come Margherita De Bac, la giornalista, veda l’alimentazione vegetariana: solo verdure. Ovviamente non è così, i vegetariani non sono capre al pascolo e, anche quando fanno a meno di ogni alimento di origine animale (ovvero seguono un’alimentazione vegana), hanno comunque una varietà di alimenti molto ampia tra cui scegliere. Dire che i vegetariani mangiano solo verdura è un po’ limitativo.
Ora risponderò alle stesse domande, vediamo cosa esce fuori.

L’alimentazione vegana abolisce carne, pesce, uova, latte e latticini. I pregi?

L’alimentazione vegana ben bilanciata è compatibile con una buona salute e, facendo a meno degli alimenti di origine animale, si riducono le possibilità di contaminazioni. È ovvio che debba essere controllata e seguita, la scelta vegana deve essere frutto di una attenta pianificazione su basi scientifiche solide, ma se è affrontata con tutti i crismi non può che dare benefici.
Quali sono invece gli svantaggi di questo regime alimentare?
Se la dieta è costruita bene, l’unico svantaggio è a livello sociale: purtroppo infatti è difficile sostenere un’alimentazione di tipo vegano mangiando nei locali pubblici che, per usanza, hanno svariati tipi di portate con carne e pesce e quasi mai hanno portate con legumi, ad esempio. A livello di salute non ce ne sono: rifacendomi alla posizione dell’American Dietetic Association posso dire che “le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane [vegane], sono salutari, adeguate nutrizionalmente e possono apportare benefici nella prevenzione e nel trattamento di alcune malattie”
La carenza energetica o proteica non è verosimile, anche solo associando cereali e legumi (un banale piatto di pasta e fagioli, ad esempio) si ha l’intero spettro aminoacidico necessario per sostenere adeguatamente la vita quotidiana, e ovviamente l’energia dipende da quanti cereali e legumi mangiamo.
L’unica cosa a cui si deve stare attenti è la carenza di B12, dalla quale ci si può difendere con un integratore, anche solo una volta alla settimana. Per il resto, è possibile costruire una dieta vegana ricca di zinco, di ferro, di potassio, di grassi essenziali e quant’altro serva.
Ci sono fasi della vita in cui la dieta vegana, se non applicata in modo corretto, è particolarmente dannosa?
Ovviamente. In fase di crescita la dieta deve essere controllata strettamente da un esperto in modo da evitare errori. D’altro canto, la stessa considerazione dovrebbe essere fatta anche per le persone che hanno bambini obesi. Il controllo del professionista è sempre da preferire rispetto al fai da te
Fibre vegetali e grassi insaturi sono preziosi per il nostro organismo. I vantaggi?
Le fibre aiutano il transito intestinale e regolarizzano l’assorbimento dei nutrienti, i grassi insaturi sono componenti importanti della membrana plasmatica delle cellule e costituiscono le basi per molecole che regolano la risposta infiammatoria. Le fonti di questi nutrienti sono sia animali che vegetali per quanto riguarda i grassi insaturi, solo vegetali per quanto riguarda le fibre.
Ma la dieta vegana può essere considerata anche una vera e propria dieta dimagrante?
Tra gli effetti di una dieta vegana può esserci il dimagrimento, che però non dipende solo da cosa si mangia, ma anche da quanto. Posso costruire una dieta vegana che faccia ingrassare senza problemi. Fondamentalmente, non dovrebbe essere vista come una dieta dimagrante, perché questo porta al fai da te, che è sempre dannoso.
Esistono motivi che possono convincere uno specialista a prescriverla?
Ogni volta che qualcuno deve regolarizzare colesterolo, trigliceridi, acidi urici, glicemia e tante altre condizioni, una spinta importante al miglioramento delle condizioni di salute può essere dato dal ridurre quanto più possibile i cibi di origine animale e aumentare l’introito di fibre, cereali integrali, legumi, frutta secca. Ovviamente non è indispensabile diventare vegani, ma se la persona è ben disposta si può anche proporre.
Cosa si intende per dieta equilibrata?
Una dieta equilibrata è quella capace di fornire tutti i nutrienti necessari nelle giuste quantità. La dieta vegana, nonostante sia priva di alimenti di origine animale, può esserlo, a patto che sia correttamente bilanciata e che comprenda un integratore di B12

Brescia, 15 settembre 2013
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

12 Comments

  • Anonimo ha detto:

    Leggo ancora con molto piacere.

    Vorrei aggiungere un mio pensiero.
    Dalla mia esigua esperienza ho notato che la maggioranza delle persone che decidono di seguire una dieta vegetariana o vegana non lo fa realmente per motivi etici o religiosi – sebbene questi siano sempre la motivazione addotta – ma sulla base di credenze non meglio precisate.
    Questo si correda frequentemente di una diffidenza per la scienza e per la medicina scientifica che fa sì che a queste persone non passi nemmeno per la testa di rivolgersi ad un esperto di nutrizione, anch'esso, in quanto scientifico, inevitabilmente coinvolto nel complotto mondiale contro la salute e la vita umana.
    Altro problema fondamentale, come hai scritto anche tu, è la socialità di una dieta vegetariana o vegana: nel primo caso la questione è complessa, per quanto gestibile, nel secondo caso è pressoché impossibile viviere una vita sociale “normale”. Perché una dieta vegana sia completa è necessaria una assiduità ed una rigidità alimentare notevole – a mio parere incompatibile con una attività lavorativa poco più che blanda o con una semplice vacanza -, per evitare deficienze aminoacidiche e nutrizionali in generale alle quali si potrebbe rimediare semplicemente mangiando un po' di carne o pesce, magari una o due volte alla settimana, senza dover stare a pensare a cosa, quando e quanto mangiare (salvo problemi di peso, ma questa è un'altra storia).
    Questi due aspetti, quindi (l'atteggiamento di molti vegani e la rigidità alimentare stretta), sono difficilmente compatibili.
    Quando ti trovi di fronte a persone con una anemia megaloblastica spaventosa, che non solo non assumono un integratore di B12 perché nessuno gliene ha mai parlato, ma che anche quando gli viene spiegato, si rifiutano di farsi trattare con una intramuscolo che sarebbe quasi “miracolosa” perché la ritengono un prodotto inutile (visto che l'uomo deriva dalla scimmia che mangia solo vegetali, cosa peraltro non vera in assoluto, sicché – secondo loro – deve poter vivere tranquillamente brucando), inventato dalla scienza per non si sa quale ragione economica. In questo caso non riesco a fare a meno di pensare che tutto questo potrebbe essere risolto mangiando una cavolo di succosissima bistecca alla settimana! E ho bisogno di sforzarmi incredibilmente per continuare a tentare di convincere, pur senza costringere (ti pare facile?!), della necessità di seguire una dieta equilibrata e tutte quelle belle cose che sono scritte sopra.

    Forse questi casi sono la ragione per cui molte persone vedono i vegetariani come “capre al pascolo” e soprattutto il motivo per cui le risposte date da un medico, che spesso si trova di fronte alle temibili conseguenze di diete squilibrate spacciate per naturali, sono un po' meno disponibili e più critiche nei confronti di regimi alimentari possibili ma complessi e a mio parere anche innaturali (quanto meno per quanto riguarda il veganesimo).

    Con molta stima,
    Giacomo Cafaro

  • Ciao Giacomo, sono d'accordo con molto di quello che dici, ma non con tutto. Vado per punti.

    Questo si correda frequentemente di una diffidenza per la scienza e per la medicina scientifica che fa sì che a queste persone non passi nemmeno per la testa di rivolgersi ad un esperto di nutrizione, anch'esso, in quanto scientifico, inevitabilmente coinvolto nel complotto mondiale contro la salute e la vita umana.

    Vero. Molto spesso le persone vegane seguono le mode, più che la scienza. Per questo non smetterò mai di spingere verso un consulto professionale piuttosto che favorire il fai da te: una dieta vegana è fattibile, se la si sa fare.

    Perché una dieta vegana sia completa è necessaria una assiduità ed una rigidità alimentare notevole – a mio parere incompatibile con una attività lavorativa poco più che blanda o con una semplice vacanza -, per evitare deficienze aminoacidiche e nutrizionali in generale alle quali si potrebbe rimediare semplicemente mangiando un po' di carne o pesce, magari una o due volte alla settimana, senza dover stare a pensare a cosa, quando e quanto mangiare (salvo problemi di peso, ma questa è un'altra storia).

    Ti assicuro che non è assolutamente necessario. L'energia e le proteine per andare avanti sono disponibile nella stragrande maggioranza dei casi anche solo tramite alimenti vegetali, la complementarietà di cereali e legumi dà uno spettro di aa completo, la frutta secca, gli oli, la frutta forniscono ancora altre energie, prodotti come le alghe, la soia e i suoi derivati, i semi oleaginosi permettono di avere praticamente tutto quel che serve senza carenze, neppure lievi. L'unica cosa è la vitamina B12.

    Quando ti trovi di fronte a persone con una anemia megaloblastica spaventosa, […]

    Guarda, purtroppo quando si parla di "alternativo" c'è sempre di mezzo l'aspetto "medico alternativo". L'alimentazione veg è un'alternativa concreta che però è inquinata da molti sottogruppi di credenze, ho letto cose di cui io, vegetariano, mi vergogno. Certe persone non hanno le basi per parlare di scienze ad una terza elementare e pretendono di fare i guru, creando dei danni incalcolabili. Basterebbe una cavolo di pasticca alla settimana e le anemie megaloblastiche da carenza di B12 non ci sarebbero più. Ancora più traumatico è quando il danno da carenza di B12 colpisce il cervello senza anemia: l'acido folico può compensare, a livello di sangue, la carenza di B12, quindi mascherarla, ma sul sistema nervoso non agisce. Queste cose mi fanno letteralmente impazzire: è davvero così riprovevole prendere un cavolo di integratore e vivere in salute la propria scelta?

    Forse questi casi sono la ragione per cui molte persone vedono i vegetariani come “capre al pascolo” e soprattutto il motivo per cui le risposte date da un medico, che spesso si trova di fronte alle temibili conseguenze di diete squilibrate spacciate per naturali, sono un po' meno disponibili e più critiche nei confronti di regimi alimentari possibili ma complessi e a mio parere anche innaturali (quanto meno per quanto riguarda il veganesimo).

    Il bias che bisogna combattere in questo caso è quello di fare della propria esperienza la regola generale. Piuttosto, è importante conoscere a fondo un argomento per poterne parlare il più obbiettivamente possibile, nonostante la propria esperienza

    Con molta stima,
    Giacomo Cafaro

    Quando vuoi sei il benvenuto in queste pagine

  • Anonimo ha detto:

    Direi che sostanzialmente siamo d'accordo in tutto. Forse non mi sono espresso bene parlando della rigidità della dieta. Sono perfettamente d'accordo che in una dieta vegana l'unica vera carenza è la B12.
    Mi riferivo al fatto che proprio la necessità di complementarietà tra i vari legumi e cereali e la difficoltà di reperimento di alcuni alimenti in situazioni particolari come viaggi e trasferte, necessità di pasti rapidi, poco tempo di prepararsi il cibo da soli, rendono la dieta a rischio di carenze. Insomma si cammina sempre su un cornicione, magari abbastanza largo ma sempre un cornicione.
    Io personalmente avrei un'ansia incredibile al pensiero di dover necessariamente mangiare un determinato cibo per non rischiare di sbilanciare la dieta. E se non sei consapevole di questo rischio, il problema è ancora maggiore.
    Ovviamente tutto ciò non ha niente a che fare con la dieta vegetariana: un uovo, un po' di formaggio e un piatto di pasta, magari integrale e siamo a posto quasi per tutto (forse sto semplificando un po' troppo il tuo lavoro, eh?).

    Sarebbe poi interessante discutere sullo svezzamento e più in generale sull'alimentazione dei bambini in cui quel cornicione diventa un filo e non so quanto sia corretto costringere un bambino a percorrerlo.
    Ma anche questa è una storia per un altra volta.

    Giacomo Cafaro

  • Mi riferivo al fatto che proprio la necessità di complementarietà tra i vari legumi e cereali e la difficoltà di reperimento di alcuni alimenti in situazioni particolari come viaggi e trasferte, necessità di pasti rapidi, poco tempo di prepararsi il cibo da soli, rendono la dieta a rischio di carenze.

    Probabilmente ci vuole una dose non comune di organizzazione e forza di volontà per evitare di star male a volte.

    forse sto semplificando un po' troppo il tuo lavoro, eh?

    No, tranquillo. Un po' come se io dicessi che per la stragrande maggioranza dei casi di febbre ti basterà prescrivere un po' di tachipirina 😉

    Sarebbe poi interessante discutere sullo svezzamento e più in generale sull'alimentazione dei bambini in cui quel cornicione diventa un filo e non so quanto sia corretto costringere un bambino a percorrerlo.

    Qualcosa potrei dire, ma non sono un esperto e in questo campo preferisco far parlare chi è più titolato di me. Di mio posso (di nuovo) citare l'American Dietetic Association (link nel post) quando dice "Well-planned vegetarian diets are appropriate for individuals during all stages of the life cycle, including pregnancy, lactation, infancy, childhood, and adolescence, and for athletes."

  • Mezzatazza ha detto:

    Bah, è un po' come smettere di mangiare il glutine: ci si abitua (in riferimento al problema del mangiare in giro o di fretta).

    Quindi adesso lei ha deciso per il vegetarianesimo? Non so se ricordo male io o se qualche tempo fa era in dubbio.

  • sono vegetariano da un paio d'anni ormai 🙂

  • Mezzatazza ha detto:

    Ricordo un vecchio post letto su Medbunker, che è poi la via tramite la quale sono approdata qui 🙂

    Ma, per curiosità, ora si sente meglio?

  • sentirmi meglio sì ma niente di eccezionale, ho perso qualche chilo e la cosa mi fa stare bene. La cosa che più mi piace è che ho risistemato qualche valore ematico che era borderline.

  • Mezzatazza ha detto:

    Bello, bisognerà che provi allora, perché già riducendo drasticamente la carne stavo molto meglio (avevo uno strano dolore che non saprei dire se colico o epatico, scomparso dopo qualche giorno senza carne, anche se non era il motivo del cambio di alimentazione).
    Certo che è un bel caos mangiare, di 'sti tempi 🙂

  • alexmtt ha detto:

    Quello delle contaminazioni in realtà non è un discriminante, perché anche i vegetali possono essere contaminati e perché i controlli qualità ci sono anche per le carni. 🙂

  • Unknown ha detto:

    Piccola curiosità. Per quali motivi ha deciso di diventare vegetariano?

  • Non posso più dirmi vegetariano… anche se sicuramente preferisco di gran lunga mangiare alimenti di origine vegetale che quelli animali. L'ho fatto soprattutto perché credo che i problemi dei pesticidi residui (che sono finemente regolati) siano meno gravi dei problemi dati da eventuali contaminazioni da parassiti o altro dei prodotti animali

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