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Più volte in questo blog ho scritto di non affidarsi al fai da te quando si parla di alimentazione. È possibile che questo sia visto come un “tirare acqua al mio mulino”, perciò questo post è dedicato alle conseguenze degli errori che si fanno quando si decide di “mettersi a dieta”.

Come ho già detto, già la sola frase “devo mettermi a dieta” in realtà non ha senso, dieta è tutto quello che mangiamo, non è una fase. Eppure molte persone fanno differenza tra l’essere a dieta e il non esserlo, racchiudendo in questa espressione mille risvolti psicologici negativi. Questo è il primo errore: senza una guida e un riferimento, ogni cosa che vada al di là dei dettami classici e popolari (come mangia più verdura o evita i carboidrati) ci sembra un errore e, se osiamo solo avvicinarci ad un piatto di pasta, ci sentiamo in colpa. Da qui può scatenarsi una reazione a catena che porta a esagerare, ad abbuffarsi, per colmare questo senso di colpa, che potrebbe benissimo non esistere se il professionista ha previsto, nella dieta, pasta, pane e anche un certo numero di sgarri. L’essere a dieta è di per sé stressante, viverla con più leggerezza è un obiettivo importante.

Ci sono poi i comportamenti alimentari arbitrari, quelli che, come dicevo prima, portano ad evitare un certo tipo di alimenti. Tipicamente ne fanno le spese i carboidrati: si eliminano pasta e pane per qualche settimana senza criterio, ci si butta sui secondi e sulla verdura e si cala di peso. A volte questo atteggiamento dura anche solo qualche giorno: è tipico di quelle persone che devono calare di peso di poco e cercando di farlo nel più breve tempo possibile.
Purtroppo questa perdita di peso è illusoria: se la dieta non è regolata è facile che nel migliore dei casi si perdano liquidi, riacquistandoli quando si ricomincia a mangiare normalmente. Nel peggiore dei casi si perde muscolo, e per riacquistarlo non basta riprendere a mangiare pasta. Effetto yo-yo assicurato, il grasso rimane lì dove sta e le conseguenze di tanto sacrificio sono spesso quelle di pesare più di quanto si pesasse prima della dieta.

Altro atteggiamento è quello di diminuire l’assunzione di cibo e aumentare l’attività fisica, anche qui senza criterio. Siamo contenti perché si cala di peso, fino ad un certo punto, poi però cominciamo a sentirci stanchi e non riusciamo più nemmeno a tenere i ritmi di allenamento che ci eravamo imposti all’inizio e che non ci sembravano impossibili. Abbiamo perso muscolo, l’insufficiente introito alimentare ha portato ad un deficit che il nostro organismo ha dovuto tappare ricorrendo alle riserve: mancano gli zuccheri, si prelevano proteine dal muscolo, si trasformano in glucosio e via, zuccheri per il cervello serviti su un piatto d’argento.

Altro errore è quello di affidarsi alle diete del momento (sondino, tisanoreica, dieta dukan, dieta del gruppo sanguigno, dissociata…) che senza un controllo medico possono essere molto dannose e portare a gravi problemi di salute: è importante imparare che non tutte le diete sono fattibili da tutte le persone, di per sé una chetogenica come la tisanoreica porta ad ottimi risultati in termini di peso perso nell’unità di tempo, ma è indicata solo per persone senza problemi di salute e seguite da un medico competente.

È sempre meglio andare sul sicuro, come ho già detto la dieta è un aspetto fondamentale per la nostra vita, sottovalutarla potrebbe essere un grave errore da molti punti di vista

Brescia, 22 aprile 2012
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

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