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Diete e alimentazione

La celiachia, una piccola introduzione

Venerdì scorso ho partecipato ad un convegno ad Ancona sulla celiachia, che mi ha spinto a scrivere questo post. Vista la vastità dell’argomento non sarà una trattazione esaustiva (addirittura esiste un blog interamente dedicato alla celiachia e numerosi siti e associazioni), ma vuole solo essere una piccola presentazione dell’argomento.

La celiachia è una  intolleranza alimentare, ovvero una reazione di tipo immunitario all’assunzione di un componente di alcuni cibi, in particolare ad una miscela proteica contenuta in molti cereali chiamata glutine. I soggetti colpiti da questa condizione sono obbligati a seguire una dieta priva di glutine per tutta la vita, in caso contrario si scatena la malattia che oltre a portare problemi di tipo gastrointestinale, è caratterizzata da una serie di sindromi correlate (anemia, problemi neurologici…) e se non trattata può essere anche molto pericolosa. La dieta è inoltre, attualmente, l’unico tipo di terapia che dia risultati sicuri: un soggetto celiaco che si nutre in maniera corretta non presenta alcun problema fisico e non ha alcuna limitazione nelle attività che può svolgere.

Gli alimenti che una persona celiaca deve necessariamente evitare sono principalmente quelli contenenti glutine, ovvero i cereali orzo, farro, kamut, frumento, segale, triticale, bulgur, cous cous e spelta, con l’avena pura permessa, ma è molto difficile da trovare come tale e senza contaminazioni. Esistono poi altri cereali permessi, come gli pseudocereali e riso, mais, miglio. E’ ovvio però che con l’abbondanza di prodotti sia derivati del frumento, che quelli che prevedono impanature e vari altri tipi di cottura, la persona celiaca debba essere particolarmente accorta nella spesa al supermercato, e deve essere certa che, in un eventuale ristorante, non ci sia possibilità di contaminazione (stoviglie dedicate, piano di cottura separato…). Esiste un prontuario degli alimenti, pubblicato dall’Associazione Italiana Celiachia, e un Registro Nazionale degli alimenti privi di glutine stilato dal Ministero della Salute.

Per fortuna però, visto che non tutti i cereali sono esclusi dalla dieta del celiaco, è ancora possibile seguire quella che comunemente viene chiamata dieta mediterranea: abbondanza di vegetali (compresi anche i cereali), olio d’oliva come grasso principale, poca carne rossa e pesce, un bicchiere di vino ai pasti, che moltissimi studi stanno rivalutando moltissimo a livello di salute pubblica. Attenzione a non sostituire però il vino con la birra, che è fatta con l’orzo.

C’è però da dire che per i medici la diagnosi di malattia celiaca non sempre è semplice, quindi è possibile che alcune persone scoprano con molto ritardo questa loro condizione, con ripercussioni sulla salute della persona: essa può essere causa di depressione, anemia, oltre a disturbi gastrointestinali e mille altre patologie più o meno gravi, inoltre cambiare abitudini alimentari in età adulta vuol dire spesso avere problemi sociali, perché non si possono più fare tranqullamente alcune cose che si fanno abitualmente, come una cena fuori, che può diventare rischioso non solo per gli ingredienti usati, ma anche per le contaminazioni.

E’ fondamentale quindi una diagnosi precoce, un trattamento dietetico corretto e soprattutto una cultura maggiore riguardo questa malattia, sia degli addetti ai lavori che dei familiari, che sono i veri artefici del benessere della persona colpita, soprattutto se di giovane età.

Brescia, 26 settembre 2010
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

2 Comments

  • Keyser Soze ha detto:

    Buongiorno Dottor Parpaglioni. Una curiosità: del glutine si sentono tesi infondate e ascientifiche da parte di falsari come Mozzi, ecc…

    Lasciando stare il terrorismo (interessato) alimentare di cui sopra, vorrei sapere se, evidenze alla mano, possono esserci effetti 'collaterali' in chi, non celiaco, consuma abitualmente prodotti contenenti glutine. Grazie, cordiali saluti.

  • nessun'evidenza, attualmente. Si dice che esista una "sensibilità al glutine non celiaca", ma è una cosa che è tutt'altro che dimostrata di certo

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