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Diete e alimentazione

Ma come le mangio le alghe?

Tempo fa ho fatto una piccola introduzione sulle alghe, ne ho descritto brevemente le proprietà nutrizionali puntando soprattutto a sottolineare il contenuto di iodio. Oltre lo iodio però contengono tanti altri minerali e una certa quantità di ω-3, credo quindi che sia interessante anche sapere come diavolo mangiare queste benedette alghe (sempre tenendo presente il contenuto di iodio che, come detto nell’altro post, è possibile sia eccessivamente alto). Non è un post di cucina, piuttosto do alcuni spunti: su internet si trovano facilmente ricette complete, è solo un modo per far conoscere un po’ meglio questo tipo di alimento

Prima di tutto le alghe sono la maggior parte delle volte un condimento. E’ fondamentale non esagerare con le alghe per evitare intossicazioni da iodio, solo la nori ha un quantitativo tale da poter essere mangiata giornalmente o quasi. Inoltre quando dirò cose tipo “da usare con parsimonia” non intendo dire che oggi si mangia la kombu, domani l’arame: sono tutte molto ricche di iodio. Con parsimonia vuol dire che oggi si mangia la kombu, tra una settimana l’arame.

 L’alga nori è venduta sia come foglie larghe che come polvere, in questa seconda versione è distribuibile sulle minestre e sui secondi, con un cucchiaino, esattamente come si farebbe con il parmigiano sulla pasta. La versione a foglia larga invece è usata per roll tipici con riso, pesce e/o verdure varie: i piatti giapponesi come il sushi maki o il temaki (coni di riso) sono i piatti più comuni e più conosciuti.

L’arame è tipico condimento da consumare con parsimonia: un piatto di arame, preparato ad esempio sott’aceto, può essere mantenuto in frigo e aggiunto alle insalate per insaporirle, nelle zuppe o nelle minestre, un po’ per volta nei vari piatti.

La hijiki ha un sapore forte, quindi può essere difficile da utilizzare. Anche questa è un’alga filamentosa da usare come condimento in zuppe o insalate, ma come l’arame è da utilizzare saltuariamente, in modo da far durare il preparato parecchi giorni.

 

La kombu è venduta in bastoncini di circa 20 cm, si utilizza normalmente mezzo bastoncino per preparare brodi e minestre, in modo da insaporire l’acqua, un po’ come il dado, ma se mangiate (magari in piccoli pezzi insieme al brodo o alla zuppa) non si deve superare il grammo a settimana (circa mezzo bastoncino), perché sono le alghe più ricche di iodio in assoluto.

 
La wakame ha un sapore delicato, quindi può essere l’accompagnamento di piatti di pasta, di riso, le verdure o i legumi. Non sempre viene cotta, spesso viene solo lasciata in ammollo per qualche minuto, non è così ricca di iodio come la kombu o l’arame ma va comunque evitato il consumo quotidiano.

La dulse ha un sapore di mare abbastanza spiccato, con le dovute preparazioni però può essere servita come insalata o come condimento ad altri vegetali o secondi.

Spero di aver stimolato un po’ la curiosità di provare certe cose non proprio di tutti i giorni: le alghe sono alimenti estremamente interessanti: ricche di minerali, capaci di aiutare in una dieta dimagrante e di regolarizzare i livelli di colesterolo nel sangue, potrebbero essere una scoperta anche gustosa nell’ambito di un’alimentazione variata e salutare.

Brescia, 27 agosto 2011
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

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