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Diete e alimentazione

Inverno, arriva l’influenza

Se ne parla tutti gli anni, il solito picco influenzale è ormai atteso e, come al solito, potremo dire di esserci lasciati alle spalle l’influenza non prima di marzo. L’influenza è, nel sentore popolare, qualunque malattia che ci faccia stare male più o meno sette giorni con i sintomi più disparati: tosse, raffreddore, problemi gastrointestinali, debolezza, febbriciattola, febbre alta, febbre altissima… chiunque si ammali in questo periodo ha sempre l’influenza. Ovviamente non è così e una gastroenterite è una gastroenterite, non è influenza (che è una laringite che nelle forme più gravi può diventare polmonite). Ma che c’entra questo col cibo e con l’alimentazione? C’entra molto, perché l’alimentazione può aiutarci a prevenire la malattia o a ridurne i sintomi nel caso ci ammalassimo.

Sia ben chiaro: nessun alimento cura alcunché: il lavoro di eliminare la malattia lo fa il nostro sistema immunitario, al massimo aiutato da qualche farmaco prescritto da un medico. Per esempio, non ci sono prove che la vitamina C curi l’influenza! Inoltre è noto che integrazioni vitaminiche prese singolarmente funzionano peggio di quando la vitamina è assunta tramite gli alimenti, perché l’alimento contiene una serie di molecole che agiscono insieme alle vitamine e che ne moltiplicano l’efficacia. Ribadisco quindi che si tratta di prevenzione, non di cura, e non è rivolta solo all’influenza vera e propria, quanto piuttosto a rinforzare il sistema immunitario in generale, contro tutte le malattie (il freddo invernale lo debilita, per questo siamo più suscettibili).

Il primo consiglio è quello di mangiare tanta frutta e verdura, anche frutta secca, spezie e aromi. Le vitamine e i minerali contenuti in questi alimenti possono rinforzare il sistema immunitario, rendendoci più resistenti. Non si trascurino mai poi i legumi e i cereali, fonti anche di proteine che sono fondamentali per restare in forma. Ovviamente parlando di proteine non si può non pensare alla carne e al pesce (per chi ne mangia): soprattutto carne magra e pesci azzurri piccoli sono da preferire: la prima per il basso contenuto di grassi saturi, i secondi per l’alto contenuto di ω-3 e per il basso contenuto di mercurio (contaminante praticamente presente in tutti i pesci pescati, soprattutto quelli grandi)

Per rinforzare poi le difese intestinali si può pensare a yogurt e latticini fermentati (certosa, stracchino…), oppure se siete vegani derivati fermentati della soia (compresi gli yogurt di soia). All’occorrenza, ma solo se non persistono problemi di salute che ne impediscono l’assunzione (consultate il medico!) si può pensare anche di usare degli integratori di fermenti lattici che limitano i sintomi delle gastroenteriti.

Infine, ultimo consiglio: d’inverno serve più energia, fa freddo, si mangia di più!

Brescia, 12 gennaio 2011
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

2 Comments

  • Grezzo ha detto:

    Grazie per i consigli!

    Una curiosità sull'ultima affermazione. Se abbiamo bisogno di più energia d'inverno, è possibile che sia la stagione in cui è possibile dimagrire meglio?

    Lo dico perchè c'è ancora gente convinta che più sudi e più dimagrisci, e quindi si spacca in pieno luglio sotto a 40 gradi.

  • Sinceramente? Non ne ho idea. E' sicuramente più facile mettersi a dieta d'inverno piuttosto che d'estate (il caldo rende più difficile una cosa abituale, figurarsi una dieta), ma una volta che ci si regola con una dieta ipocalorica, che sia inverno o estate, si cala. D'inverno una dieta fatta bene è un po' più ricca di una fatta d'estate, quindi credo che la "difficoltà" nel dimagrire sia la stessa.

    Una cosa te la dico con sicurezza, però: le persone che vanno a fare jogging con l'impermeabile col sole a 40° (ne ho visti anche recentemente) sono di tre tipi: disinformati, masochisti, o entrambi. Sudare non fa dimagrire, fa perdere liquidi che si recuperano facilmente con una bevuta, inoltre trattenere il sudore con un impermeabile può portare a problemi di salute piuttosto che aiutare.

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