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Diete e alimentazione

La dieta perfetta

In conclusione, […] una dieta con un contenuto moderatamente alto di proteine e una lieve diminuzione dell’indice glicemico migliora il tasso di completamento dell’intervento e il mantenimento del peso perduto, inoltre sembra ideale per evitare di riacquistare peso (N. Eng. J. Med. 2010;363:2102-13)


Quelle riportate qui sopra, tradotte da me, sono le ultime righe di uno studio facente parte di un progetto molto grande, chiamato Diogenes (da Diet, Obesitiy e Genes ovvero dieta, obesità e geni), in molti comunicati stampa è stato scritto “Ecco la dieta perfetta”,  come ad esempio in questo comunicato dell’ANSA. Quando ho letto la notizia ammetto che sono rimasto perplesso: ho sempre pensato, infatti, che la dieta perfetta non esiste: esiste la dieta perfetta per ciascuno di noi, ma non è possibile generalizzare. Ho letto l’articolo originale e devo dire che è fatto molto bene, è uno studio statistico molto ampio e i risultati, in media, sono quelli riassunti nei vari comunicati stampa. Però bisogna parlarne correttamente, e per farlo devo prima introdurre un concetto: l’indice glicemico.

L’indice glicemico (IG) di un alimento indica la velocità con cui si alza il livello di zuccheri nel sangue (glicemia) dopo aver ingerito 50 g di alimento ed è rapportato ad un alimento di riferimento, come  il glucosio, al quale è dato per convenzione un IG di 100 (a volte si usa il pane bianco, in questo caso la scala dei valori è ovviamente diversa, ma se un alimento ha un IG più basso di un altro con una scala, l’avrà anche con l’altra). In pratica, se un alimento ha un IG di 50, vuol dire che il suo potere di innalzare la glicemia è la metà del glucosio. Normalmente si identificano alimenti con basso IG (in genere fino a 50), medio IG (fino a 75) e alto (oltre i 75). Questo argomento lo approfondirò in futuro, per ora mi serviva solo per chiarire le basi del discorso.

Lo studio ha messo in confronto delle diete di mantenimento, strutturate con un basso contenuto proteico e basso IG, basso contenuto proteico e alto IG, alto contenuto proteico e basso IG, alto contenuto proteico e alto IG, più una dieta di mantenimento classicamente equilibrata di controllo, che più o meno rappresenta una via di mezzo tra i valori di proteine e di IG. I risultati sono già chiari: con la dieta con alto contenuto di proteine e basso IG si sono avuti i risultati migliori: non c’è stato recupero del peso (presente il alcune delle altre diete), anzi ne è stato perso ancora un po’, inoltre si è visto che con quel regime alimentare contare le calorie non era necessario: le persone potevano mangiare a sazietà. Ecco quindi i punti principali su cui voglio soffermarmi in questo post:
1) le diete erano a basso IG (in realtà nello studio sono diete a più basso IG, non necessariamente con alimenti con basso IG: come scritto all’inizio del post, si indica una lieve diminuzione dell’IG)
2) non c’è bisogno di contare le calorie
3) le diete erano iperproteiche

Il primo punto è importante: scegliere alimenti non raffinati (quindi farine integrali), frutta, verdura e legumi piuttosto che pasta raffinata e dolci è decisamente la scelta migliore: la glicemia rimane bassa (o moderata), la fame non si fa sentire per un po’ e gli zuccheri sono utilizzati in maniera migliore e più a lungo.
Il secondo è conseguenza del primo: mangiando alimenti con basso e medio indice glicemico ci si riempie di più la pancia, si è sazi prima (attenzione: sazi, non satolli!) e automaticamente non si mangia più di quanto necessario. Va da se che se si mangiano 70 o 80 o 90 grammi di pasta integrale non cambia nulla, se poi ci si mangiano 200 grammi di zucchine o di insalata (che son davvero tanti!)
Il terzo invece è quello che mi preme di più, ma scriverò un post collegato a questo, in futuro, per approfondirlo, visto anche il lavoro fatto dall’Agenzia di sicurezza sanitaria alimentazione, ambiente e lavoro francese: dieta iperproteica non vuol dire dieta di sola carne, escludendo carboidrati o verdure, come molti regimi dietetici suggeriscono, ma è comunque una dieta che comprende tutti gli alimenti, cambia solo la percentuale di proteine rispetto ai carboidrati, che comunque non vengono assolutamente esclusi. Quando uscirà la versione in inglese del lavoro dell’Agenzia francese ne scriverò, per ora rimanga come monito: iperproteica non vuol dire squilibrata.

Brescia, 01 dicembre 2010
Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Brescia, Leno e Toscolano Maderno

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